Le fibrillazioni che sono esplose in seno alla maggioranza in questi giorni non lasciano presagire nulla di buono.
Nulla di buono per quanto riguarda il Paese, anche se in fondo se la situazione politica implodesse e a seguire l centrodestra il Paese stesso ne trarrebbe qualche beneficio, nel senso che si bloccherebbero di fatto quelle questioni sulle quali l’esecutivo vorrebbe andare avanti a testa bassa, come giustizia e altre cose che tutti conosciamo.
In effetti non è che cambierebbe granchè dato che delle famigerate riforme il Monarca e la sua banda parlano sempre, ma delle quali non si vede traccia in nessun documento, a parte le solite sparate mediatiche per cercare di tenere un profilo decente.
Ma dall’annunciare al fare evidentemente c’è un abisso troppo profondo da colmare, perché l’attuale governo italiano ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di fare alcunché.
Le cronache sono piene di belle parole ma i documenti parlamentari sono desolatamente vuoti di provvedimenti che servano veramente a tutti i cittadini.
Francamente qualche movimento c’è stato ma si tratta solo quella mole di documentazione che riguardano personalmente il Presidente del Consiglio, che tenta in tutti i modi di salvarsi dalle grinfie della giustizia che lo bracca oramai da tanto tempo.
Lo bracca con ragione, lui dice a torto, ma avrebbe un solo modo per dimostrarlo, presentarsi e dire la verità.
Questa verità che in ogni modo vuole evitare di rendere pubblica evidentemente dimostrerebbe che tutti quei giudici “comunisti” proprio un abbaglio non hanno preso.
Ma questo si vedrà, perche sarebbe ora di capire che le cose viaggiano su binari diversi.
Una cosa sono le questioni giudiziarie e un’altra il governo del paese.
Ora, se il governo crollerà, tutto si squaglierà sotto la spinta di quella parte di persone che pur avendo nel DNA una coscienza schiettamente di destra e anche autoritaria, mal sopportano le imposizioni di un uomo che sparacchia a casaccio cose senza senso alcuno, dimenticandosi che nel suo partito gli unici che effettivamente sanno di politica sono proprio coloro che hanno portato in dote al partito del Presidente del Consiglio la cultura di una destra italiana che vuole diventare moderna, almeno a sentire le dichiarazioni ultime.
Il problema per la sinistra e per tutto il centrosinistra italiano è che i tempi non sono ancora maturi per invadere la cultura popolare di quei valori che sono da sempre stati il cardine repubblicano, anche perché esiste un partito secessionista al governo che sta veramente provando a radicarsi in molte nicchie di Italia, specialmente al nord.
Tutta l’alternativa delineata da Bersani si dovrebbe ricomporre attorno al PD, facendo di questo partito il puntello più robusto in grado di governare le varie idealità di una coalizione ancora tutta da costruire attorno ad un programma ancora grezzo e da affinare, se non addirittura da discutere e realizzare.
Il punto però è che il PD non è ancora pronto ad affrontare in modi determinati questa sfida.
Tutto è ancora in fase di stabilizzazione, tutto da registrare e soprattutto il PD è ancora da costruire.
Su questo si sta lavorando anche se con qualche distinguo interno, ma c’è da credere che quando l’adunata suonerà il cortile sarà sufficientemente pieno per dare una speranza di cambiamento al governo del paese.
In un altro momento politico se cadesse un governo come questo sarebbe una festa, e forse lo sarebbe anche in questo momento, ma la domanda che ognuno dovrebbe porsi è la seguente :
Se si andasse a votare, con questa legge elettorale, e si vincessero gli stessi che governano oggi, del centro sinistra che ne sarebbe? E del PD?
Ma soprattutto che ne sarebbe dell’Italia ? Di noi tutti? Del nostro risicato lavoro? Delle speranze dei nostri figli?
Nessuno lo sa.
Serve per questi motivi una fase transitoria, in grado di cambiare la legge elettorale e quindi andare alle urne con un sistema elettorale differente dall’attuale.
Per questo Bersani alla Direzione del PD ha parlato di possibili “….convergenze repubblicane….”.
Ognuno dovrebbe pensare a queste parole e capire che anche dalla parte a noi avversa lo sanno bene che non siamo pronti......
Quindi grande attenzione bisognerà fare sui passi che si andranno a compiere da qui in avanti, se il governo esloderà, perchè sbagliare adesso significherebbe rendere la situazione quasi irrecuperabile.
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martedì 20 aprile 2010
Non siamo ancora pronti…!!!!! …Serve una soluzione provvisoria e a tempo…..
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quaderni di frontiera