Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

martedì 22 giugno 2010

uno scherzetto da hacker.....................

Purtroppo anche questo nostro spazio è stato colpito da qualche buontempone che non ha trovato altro di meglio da fare che intrufolarsi nel nostro povero archivio cancellandoci tutto quanto avevamo in memoria.
Articoli da pubblicare, ricerche, dati vari, sondaggi e ogni altra cosa che nel nostro piccolo ci poteva servire per elaborare tutto ciò che si leggeva sul nostro blog.
Nulla di che, solo note politiche, niente insulti a nessuno, ma tanto evidentemente è bastato per dare fastidio a qualcuno.
Ma non importa.
Noi ricominceremo daccapo.
La ricostruzione di un archivio, anche se piccolo come era il nostro, è cosa non semplice ne neppure immediata.
Ma come al solito non ci arrendiamo e presto inizieremo nuovamente a scrivere, e se daremo di nuovo fastidio, pazienza.
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venerdì 14 maggio 2010

Lettera a un fan di B.

Prof. Angelica Lubrano - Partito Democratico Savona -

E’ tempo di letterine. E siccome le notizie sui fan di B. mi arrivano tutte di seconda mano, mi piacerebbe porre alcune domandine proprio a chi dà forza con il suo voto a B.Caro Renzo, Franco, Lisa, Renato, e altri 13.629.460 italiani compresi i residenti all’estero, non siete mai attraversati dal sospetto che le accuse fatte a B. e per le quali è chiamato a rispondere in tribunale corrispondano a reati commessi?Quando Cicchitto afferma che le toghe rosse complottano per abbattere il governo di B. eletto dal popolo le corruzioni, le collusioni, i Mangano, le sentenze comprate ci sono state o no? Come dite? Non ci sono state? Se non ci sono state è bene che B. possa fugare ogni dubbio sulla sua onorabilità sottoponendosi a giudizio.
Temete che i processi non possano essere trasparenti per i pregiudizi di certa magistratura? Smascherate dunque l’iniquità di quei giudici proprio nei processi, sotto gli occhi e il controllo di tutti in patria e fuori dal suolo nazionale; che formidabile occasione per dimostrare le vostre tesi!Le dozzine di eccezionali avvocati a difesa, alcuni anche eletti in parlamento (….)saranno in grado di far emergere ogni errore di procedura e di giudizio; se non lo fanno loro come potremmo mai noi con i nostri limitati mezzi? E poi, B. non ha sempre sostenuto che voi lo avete votato pur sapendo che era in attesa di giudizio? Quindi nel momento in cui lo avete votato avete messo in conto questa eventualità. Avete, credo, ritenuto che B. sia uomo in grado di risolvere tutti i problemi italiani e internazionali, nominare direttori di rete e di giornali, emettere editti bulgari, fare sesso tre ore a notte, cantare con Apicella e contemporaneamente affrontare i processi …..Allora perché si intestardiscono a costruire una scappatoia qualsiasi (lodo, processo breve, pubblico impedimento, ecc…)?Non mi iscrivo al partito dell’amore di ciccioliniana memoria, ma, credetemi, senza odio, invio ai miei concittadini, vittime di una “bolla mediatica” i miei migliori auguri che il risveglio sia meno drammatico possibile.
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lunedì 10 maggio 2010

Allora…ma quest’acqua???

Vediamo di far capire in parole semplici di che si parla.
Che l’acqua sia un bene pubblico non ci sono dubbi.

Tutti lo dicono e lo affermano in ogni sede e in ogni occasione possibile, tutti nessuno escluso, da destra a sinistra, dal centro ai movimenti.
Nessuno ha dubbi in proposito.
L’acqua deve restare un bene a disposizione di tutti, come l’aria.
Senza acqua non si vive, il nostro corpo è quasi tutto fatto di acqua, l’acqua bene primario e via di seguito.
Ma allora perché tutto questo dibattito?
Se tutti sono d’accordo nel definire l’acqua un bene non mercificabile, perché tutta questa cagnara che piano piano si sta sollevando?
Semplice .
Perché qualcuno sta prendendo in giro tutti i cittadini.
Il punto è che oggi nulla può essere occultato e ogni malefatta già perseguita o in corso viene alla luce da qualche parte, tentare e illudersi che nessuno sappia niente è appunto una illusione.
Questo succede anche per l’acqua.
Non è vero che tutti vogliono che sia un bene indisponibile, anzi c’è qualcuno, ma in verità più d’uno, che invece la pensa in m
aniera esattamente opposta.
Si vuole trattare l’acqua come un qualsiasi prodotto commerciale, e quindi su questa fare “businnes” dato che nessuno può farne a meno.
In qualche modo è un pò come succede per la sanità, chi può fare a meno di cure? Oppure chi può pensare di non curare un figlio malato o un parente, o un amico?
Nessuno e per tali motivi che su questo bisogno irrinunciabile gli avvoltoi si sono gettati in picchiata lucrando anche sulla vita delle persone.
Per l’acqua sta succedendo un po lo stesso.
C’è qualcuno che può farne a meno?
Se esiste lo dica e dica a tutti come riesce a farlo.
In effetti non è possibile e allora ecco l’affare.
Ma come poter lucrare anche su questo bisogno senza suscitare le ire dei cittadini?
Dicendo che per portare l’acqua alle case serve un servizio efficiente perchè quello esistente è un colabrodo e dato che lo Stato e gli Enti Locali non hanno quattrini per metterle bene in funzione senza sprechi, meno male che c’è qualche grosso imprenditore privato che ci pensa per noi!
Una sorta di Babbo Natale del nuovo secolo!
Certo dobbiamo dargli qualcosa in cambio di questa sua filantropia, in fondo è un imprenditore e come noto gli imprenditori si muovono solo se esiste la possibilità di guadagno, allora ecco la soluzione :
Lui sistema le tubazioni e si incassa le bollette dei cittadini.

E tutto si risolve.
E fino a qui si potrebbe ragionare, ma il punto è che le cose non stanno proprio in questi termini.
Il punto è che – come successo in molte parti del mondo che stanno tornando sui loro passi – il privato non aggiusta le condotte come dovrebbe, perché se servono troppi soldi per lo Stato figuriamoci se non sono tanti anche per lui, quindi fa qualche rattoppo qua e la
e nel frattempo aumenta i costi in bolletta.
Chi paga tutto questo?
Noi poveracci che abbiamo la colpa di abbassare sempre la testa, di subire senza reagire, protestando sempre a casa, in ufficio, a scuola, sempre in privato ma mai facendo un’azione forte nel momento in cui ci capita l’esposizione pubblica.
In pratica siamo degli automi che seguono la corrente, anche se non ci piace.
Chi dovrebbe rappresentare questi interessi e questi diritti dei più deboli.
La sinistra Italiana.
Ma quale sinistra?
Il punto è questo. Quale sinistra?
Quella tutta arroccata attorno a vecchi slogan e intenta a spolverare antichi vessili ?
Quella che sta nascendo con Pier Luigi Bersani?
Quella che non si vede ma che esiste ancora nella società italiana?
E cosa intendiamo per sinistra? Perché ci sentiamo di stare da questa parte?
Domande epocali in questo momento di profondo scuotimento istituzionale e politico, dove c’è un popolo in attesa che sia costruito un porto al quale attraccare.
E solo sbarcando in questo porto in costruzione si potrà estendere la protesta e la rivendicazione in modo costruttivo, ciòè nell’unico modo in cui un diritto può essere difeso.
Molti sono in attesa di vederlo questo porto, vedere come sarà fatto.
Nel frattempo l’acqua lentamente ma inesorabilmente sta scivolando verso ciò che non dovrebbe essere, trattata come un giocattolo, comprata e venduta.

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mercoledì 5 maggio 2010

Stanno saccheggiando l’Italia, ma ogni tanto…….

Francamente credo che nessuno possa scandalizzarsi più di tanto all’apprendere la notizia che ha visto protagonista il Ministro Scajola, anzi l’ex Ministro.
Una vicenda sulla quale ogni commento sarebbe in questa fase fuori posto anche se resta da segnalare che in quanto a comportamenti non troppo ortodossi l’ex Ministro non è nuovo, basta ricordare il G8, gli epiteti contro il povero Marco Biagi, gli insulti agli operai espressi più recentemente.
Ma in fondo questo è l’andazzo che da oramai troppi anni si è inserito nel comune pensare e vivere la politica in Italia, anche se per fortuna non tutto funziona così, molti sono i politici ad ogni livello ai quali potrebbe si affidare tranquillamente le chiavi della cassa.
Ma quando l’indirizzo viene da così in alto nelle Istituzioni, quando il segnale è il soprassedere sull’evasione, quando si sponsorizzano i condoni, quando si rende impuniti coloro che hanno esportato esentasse grandi quantità di quattrini all’estero, nei famosi paradisi fiscali, e ancora quando si svilisce la dignità del lavoro, quando si alimenta la sperequazione impositiva a favore dei benestanti e a discapito dei più poveri, quando si cerca di imporre impunità per il potere, ebbene quando tutto questo avviene qualche ragionamento bisognerebbe pur farlo.
In effetti l’impressione che si percepisce è chiara, ed è più di un’impressione visti i fatti che in verità non coinvolgono solo l’ultimo caso dell’ex Ministro.
Facendo navigare nel mare delle notizie i nostri ragionamenti non si può far finta di niente quando gli scandali si susseguono, e questo purtroppo avviene in modo che potremmo definire bipartisan, anche se con i dovuti distinguo.
Ma quando si ruba si ruba, non esistono altri aggettivi, quando il malaffare imperversa da tutte le parti colpisce tutti i cittadini onesti, non solo quelli di destra o di sinistra.
Certo è che grazie al potere conquistato con grande consenso tra gli italiani l’attuale banda governativa grigiastra e polverosa che oggi impera sul paese sta veramente saccheggiando l’Italia.
Lo fa perché sa benissimo che il suo Capo è oramai in fase discendente, il protettore è in bilico, traballa e non ci saranno più altre stagioni plebiscitarie sulle quali gettarsi a capofitto cavalcando le paure della gente, e sapendo che il tempo sta per scadere ognuno cerca di mettere nel suo cassetto più pane possibile, intanto anche quando questa storia finirà chi potrà mai togliergli quello che stanno mettendo da parte oggi?
Quindi sapendo che la barca sta affondando e facendo acqua da tutte le parti sembra sia scattato il liberi tutti, ognuno per se, ognuno ad accaparrarsi più che può alle spalle degli italiani onesti che ogni giorno si sudano qualche tozzo di pane per i loro figli.
Ogni tanto, come è accaduto per l’Ex Ministro qualcosa salta fuori, oppure come per la Protezione Civile della quale non si parla più, ma anche altri casi che si riesce a tenere nascosti grazie al controllo censorio sulle notizie da far passare.
E così lotta alle intercettazioni perché nessuno deve sapere cosa stanno combinando, accuse ai magistrati che vogliono far rispettare una legge che invece si vuole calpestare continuamente, lotta alle opposizioni politiche impedendogli di fare vita parlamentare e fare proposte sommergendole con decreti e voti di fiducia, lotta contro diritti dei lavoratori che sono dei lavativi, dei fannulloni e che si permettono di rivendicare non ricchezza ma semplice sostentamento e lavoro, solo sogni da vendere ai giovani, specialmente ai figli dei più poveri, distruzione della scuola er controllare anche la cultura e quindi far credere una verità che verità non è, illusioni sparse a piene mani alle assemblee degli imprenditori per cercare di tenerli buoni e vicini magari affittandogli benevolmente enormi porzioni di territorio, magari in silenzio nella nostra Sardegna o da qualche altra parte meno nota, e via di seguito.
Questa tesi che qui lanciamo del saccheggio italiano è avvalorata dal fatto che non si tratta di un sistema consolidato come poteva essere nell’era Dipietrista di tangentopoli, dove la prassi era quasi definita e certa per approvvigionarsi quattrini e altro.
Qui ognuno fa da se, con il bene tacito degli altri, che a loro volta faranno le loro belle cose a loro volta senza essere disturbati, e così a scendere nelle scale gerarchiche delle Istituzioni, a scendere fino all’ultimo territorio del più piccolo comune.
Una banda di manigoldi come qualcuno li ha definiti forse esagerando anche un pò, che arraffano a tutto spiano sapendo bene che difficilmente qualcuno potrà mai rimbrottarli, visto il controllo che esercitano o tentano di farlo sui controllori stessi, probabilmente a loro volta remunerati per voltare spesso la faccia dall’altra parte.
E poi l’informazione, i giornali, i notiziari che devono rispettare gli ordini del Capo e far passare tutto sotto silenzio, nessuno deve sapere in realtà come stanno le cose effettivamente, tutto deve essere sfumato, tutto lasciato nell’equivoco magari strombazzando l’accanimento mediatico di quei maledetti magistrati comunisti con tro gli esponenti del “governo del fare”.
E poi qualcuno si stupisce se il Presidente della Camera comincia a tirarsi fuori, e se lo fa chissà cosa sa che a noi non è dato sapere………….
Ma la domanda è questa :
Per fortuna che c’è Giorgio Napolitano che si fa sentire ma noi,
quanto ancora saremo disposti a sopportare tutto questo?
Francamente nessuno lo può dire, ma una cosa invece la sappiamo.
Stiamo arrivando, con il nostro passo, quello dell’Alpino, come dice Franco Marini.
E il Presidente della Camera e qualcun altro se ne sta accorgendo………..
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martedì 4 maggio 2010

E ora che hanno fatto il Gran Consiglio…?

Alla fine tutto si ripropone, la storia ritorna, con le stesse modalità e probabilmente con gli stessi esiti, con le stesse pericolose aree di vuoto, di buio, dove tutto si confonde tra il plescibitarismo, la voglia di consenso da ottenere comunque e ad ogni costo, con la stessa presunzione di forza.
Una forza che però al primo scrollone dimostra di non essere tale come invece si vuole far apparire.
In tutta questa vicenda non può esserci stupore, nessuno può dire che non se l’aspettava.
Prima o poi doveva accadere, e se anche un uomo della destra storica italiana come il Presidente della Camera dei Deputati mostra palese insofferenza e si mette di traverso a colui che è l’artefice delle sue ultime fortune politiche, vuol dire che il problema è più profondo di quanto non si vuole far credere.
Probabilmente il Presidente della Camera sa di essere un politico e sa anche che il Presidente del Consiglio non lo è.
Un politico pur restando fermo nella sua visione ideologica, fermo nelle sue convinzioni sa che per governare un paese come l’Italia le prove di forza non portano lontano, sa che alla fine i nodi vengono al pettine e per sbrogliarli servirà non populismo ma politica.
Per questo ha iniziato a marcare le distanze, a fare dei distinguo, a smarcarsi da un modo di fare che sta perdendo il consenso ottenuto.
Il Presidente della Camera sa bene che se dietro agli annunci non c’è sostanza presto o tardi un popolo si ribella, si accorge di essere stato preso in giro e reagisce.
Come reagisce?
Votando dall’altra parte.
Questo il Presidente della Camera lo sa fin troppo bene proprio perché pur non condividendo affatto le sue idee non si può negargli la qualifica di politico.
Certo è che indipendentemente da come questa telenovelas andrà a finire un dato è incontrovertibile: il paese già in ginocchio soffrirà ancora di più, le differenze si marcheranno in modo quasi irreversibile se non si interverrà a fondo nel disagio dilagante.
Tutta questa storia che ha coinvolto e che coinvolge tutt’ora i due Presidenti ha pregi e difetti.
I secondi sono maggioritari e basta ricordarne uno per tutti, un paese non governato, e questo basta già da solo a spi
egare molto di ciò che sta avvenendo.
Cioè niente.
Il pregio – se proprio vogliamo trovare qualcosa che ci rallegri un po - è che forse tutto questo sconquasso porterà probabilmente a un forte indebolimento della banda di manipoli al governo e conseguentemente uno scadimento di consenso presso l’opinione pubblica che si era illusa dietro le spinte mediatiche di vaghe promesse mai mantenute.
Ora resta da dire che cosa si farà a sinistra, dalla parte “a loro avversa”.
Che faremo?
Stare a guardare e attendere gli eventi?
Oppure spingere nella crepa che si è aperta e provare ad allargarne la ferita?
La seconda ipotesi sarebbe l’ideale da perseguire in una fase convulsa come questa.
Sarebbe, perché come qualcuno ha giustamente sottolineato non siamo pronti.
Stiamo ancora piazzando il campo, montando le tende, preparando le strategie, ma i soldati sono ancora non molto numerosi, in compenso i comandanti o sedicenti tali abbondano un po ovunque, anche dove non servono proprio.
Vedremo quanto saremo bravi, quanta responsabilità sentiremo verso il nostro paese, il tempo ci dirà chi siamo veramente.

Riusciremo a alzare la nostra Bandiera sul Reichstag Italiano?
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martedì 20 aprile 2010

Non siamo ancora pronti…!!!!! …Serve una soluzione provvisoria e a tempo…..

Le fibrillazioni che sono esplose in seno alla maggioranza in questi giorni non lasciano presagire nulla di buono.
Nulla di buono per quanto riguarda il Paese, anche se in fondo se la situazione politica implodesse e a seguire l centrodestra il Paese stesso ne trarrebbe qualche beneficio, nel senso che si bloccherebbero di fatto quelle questioni sulle quali l’esecutivo vorrebbe andare avanti a testa bassa, come giustizia e altre cose che tutti conosciamo.
In effetti non è che cambierebbe granchè dato che delle famigerate riforme il Monarca e la sua banda parlano sempre, ma delle quali non si vede traccia in nessun documento, a parte le solite sparate mediatiche per cercare di tenere un profilo decente.
Ma dall’annunciare al fare evidentemente c’è un abisso troppo profondo da colmare, perché l’attuale governo italiano ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di fare alcunché.
Le cronache sono piene di belle parole ma i documenti parlamentari sono desolatamente vuoti di provvedimenti che servano veramente a tutti i cittadini.
Francamente qualche movimento c’è stato ma si tratta solo quella mole di documentazione che riguardano personalmente il Presidente del Consiglio, che tenta in tutti i modi di salvarsi dalle grinfie della giustizia che lo bracca oramai da tanto tempo.
Lo bracca con ragione, lui dice a torto, ma avrebbe un solo modo per dimostrarlo, presentarsi e dire la verità.
Questa verità che in ogni modo vuole evitare di rendere pubblica evidentemente dimostrerebbe che tutti quei giudici “comunisti” proprio un abbaglio non hanno preso.
Ma questo si vedrà, perche sarebbe ora di capire che le cose viaggiano su binari diversi.
Una cosa sono le questioni giudiziarie e un’altra il governo del paese.
Ora, se il governo crollerà, tutto si squaglierà sotto la spinta di quella parte di persone che pur avendo nel DNA una coscienza schiettamente di destra e anche autoritaria, mal sopportano le imposizioni di un uomo che sparacchia a casaccio cose senza senso alcuno, dimenticandosi che nel suo partito gli unici che effettivamente sanno di politica sono proprio coloro che hanno portato in dote al partito del Presidente del Consiglio la cultura di una destra italiana che vuole diventare moderna, almeno a sentire le dichiarazioni ultime.
Il problema per la sinistra e per tutto il centrosinistra italiano è che i tempi non sono ancora maturi per invadere la cultura popolare di quei valori che sono da sempre stati il cardine repubblicano, anche perché esiste un partito secessionista al governo che sta veramente provando a radicarsi in molte nicchie di Italia, specialmente al nord.
Tutta l’alternativa delineata da Bersani si dovrebbe ricomporre attorno al PD, facendo di questo partito il puntello più robusto in grado di governare le varie idealità di una coalizione ancora tutta da costruire attorno ad un programma ancora grezzo e da affinare, se non addirittura da discutere e realizzare.
Il punto però è che il PD non è ancora pronto ad affrontare in modi determinati questa sfida.
Tutto è ancora in fase di stabilizzazione, tutto da registrare e soprattutto il PD è ancora da costruire.
Su questo si sta lavorando anche se con qualche distinguo interno, ma c’è da credere che quando l’adunata suonerà il cortile sarà sufficientemente pieno per dare una speranza di cambiamento al governo del paese.
In un altro momento politico se cadesse un governo come questo sarebbe una festa, e forse lo sarebbe anche in questo momento, ma la domanda che ognuno dovrebbe porsi è la seguente :
Se si andasse a votare, con questa legge elettorale, e si vincessero gli stessi che governano oggi, del centro sinistra che ne sarebbe? E del PD?
Ma soprattutto che ne sarebbe dell’Italia ? Di noi tutti? Del nostro risicato lavoro? Delle speranze dei nostri figli?
Nessuno lo sa.
Serve per questi motivi una fase transitoria, in grado di cambiare la legge elettorale e quindi andare alle urne con un sistema elettorale differente dall’attuale.
Per questo Bersani alla Direzione del PD ha parlato di possibili “….convergenze repubblicane….”.
Ognuno dovrebbe pensare a queste parole e capire che anche dalla parte a noi avversa lo sanno bene che non siamo pronti......
Quindi grande attenzione bisognerà fare sui passi che si andranno a compiere da qui in avanti, se il governo esloderà, perchè sbagliare adesso significherebbe rendere la situazione quasi irrecuperabile.
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sabato 17 aprile 2010

PD ASCOLANO A TUTTA BIRRA

Giampiero Giorgi - Coordinatore PD Circolo di Monticelli Ascoli P


A mente fredda e a 13 giorni dalla chiusura delle urne provo a tracciare un bilancio su queste elezioni nelle Marche con particolare riferimento alla provincia di Ascoli Piceno.

Nella nostra provincia il PD torna ad essere il primo partito con il 30% dei voti.

Ad Ascoli Piceno il PD con il 34% dei consensi diventa il primo partito della città con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno scorso, il 2009 quando con Antonio CANZIAN, candidato Sindaco sfiorò la vittoria per una manciata di voti, 450 circa.

E’ chiaro che la lista PD era una lista pesante da un punto di vista elettorale cioè con grossi calibri. Sei candidati di cui un ex Presidente di Provincia, Colonnella; un ex Sindaco di San Benedetto del Tronto, Perazzoli; un ex Assessore Provinciale e candidato Sindaco della città di Ascoli Piceno, Canzian, l’ex Segretario provinciale PD, Gionni; l’ex Segretaria provinciale Margherita, Valeria Senesi e Stefania Spacca.

Pur se nessuno nuovo di zecca, escludendo ovviamente Stefania Spacca, ma conosciutissima dentro al partito, l’elettorato ha premiato il PD e i suoi candidati. Tutti hanno raccolto voti, tutti hanno lavorato sul territorio.

Sono state anche elezioni connotate da grande competizione interna e sempre a mente fredda tutto sommato devo dire anche tollerabili, negli atteggiamenti dei candidati.

Ricordo, in questo senso il confronto a tre tenutosi il 15 marzo al nostro circolo Pd di Monticelli, caratterizzato da garbata competizione.

Il risultato elettorale quindi ci obbliga a un grande impegno sul territorio, se l’elettorato ci ha premiato e ha bocciato le giunte di destra che governano comune e provincia significa adesso che abbiamo una responsabilità in più sul territorio.

Alla nuova giunta SPACCA dobbiamo chiedere ed ottenere il riconoscimento del risultato elettorale in un territorio, quello ascolano particolarmente colpito da profondi fenomeni di crisi.

La grave crisi occupazionale e la ormai cronica assenza di infrastrutture non consentono più a questo territori di provare a ripartire. Allora serve uno sforzo in più, non è più sufficiente l’Assessorato specifico del Piceno, senza soldi, ci aggiungo io, serve un riconoscimento vero che il territorio ha lavorato e ha lavorato bene.

Non può più esserci la anconetanizzazione della politica nelle Marche.

Avere una Regione anconacentrica o anconapesarocentrica non ci riguarda e non la vogliamo, gli elettori ci hanno dato il voto per finalmente veder riconosciuti il territorio e i suoi rappresentanti.

Ascoli Piceno non è la Marca del sud, non è la cenerentola. E’ quella che sta peggio delle cinque provincie ed è quella che ha risposto meglio sotto il profilo elettorale. Il Presidente SPACCA ne deve tenere conto.

La città Ascoli che di fatto ha eletto CANZIAN con gli oltre 4500 voti, merita un assessorato di rilievo.

All’assemblea comunale del PD questo tema sarà affrontato ; già oggetto di confronto con Valentina Bellini, Coordinatrice comunale i quattro Segretari di Circolo cittadino. Mi auguro che tutta l’assemblea comunale PD faccia sua la nostra proposta e indichi Antonio CANZIAN, consigliere eletto più votato, quale assessore di spicco nella Giunta SPACCA.

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