Il Lazio,
Sul suo territorio c’è tutto, dal Vaticano al Parlamento, alla capitale d’Italia, Roma.
Qui si sta svolgendo una delle battaglie più dure, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista elettorale.
Nel Lazio il partito del Presidente del Consiglio tra le tante che prende da un po ha preso qui la sbandata più grossa, ha tentato di correggere le malefatte ma ad oggi ancora non è riuscito a recuperare i danni causati dal dilettantismo dei suoi uomini, troppo avidi di potere per pensare di rispettare le regole, troppo avventurieri votati al loro interesse per seguire le procedure.
In fondo sono cresciuti alla scuola dell’opportunismo che lui stesso ha voluto indicare a tutti e quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Una Regione già scossa dalle recenti vicissitudini della sanità con la giunta Storace di destra, poi le note vicende dell’ex Presidente Marrazzo, che hanno costretto il centro sinistra sulle barricate, una sempre sul punto di collassare in qualche suo ambito e che poi miracolosamente si risolleva, una regione però dalle grandi possibilità.Ma servono grandi uomini o grandi donne per questo, serve la politica vera, la politica che sia in grado di dare un indirizzo certo sulle molte questioni, economiche, finanziarie, sociali, produttive, politiche per i giovani, sostegno agli anziani, che abbia la capacità di far coniugare il diritto alla sicurezza con la necessaria accoglienza.
Le due principali candidature alla Presidenza per queste regionali sono due donne e questo è già un segnale positivo in generale.
Da una parte una sindacalista di destra salita alle cronache per aver messo in piedi un sindacato molto vicino al governo, che gode della protezione mediatica e non solo del governo attuale, un sindacato sulle cui iscrizioni effettive molti dubbi sono nati da ogni parte.
Dall’altra sponda per il centro sinistra una radicale storica, con le sue idee, a volte condivisibili altre un po meno, con la sua esperienza che l’ha condotta a muoversi anche in Europa così come da molti anni fa in Italia.
Questa sarà la battaglia, tra queste due donne quasi sicuramente uscirà il Presidente della Regione Lazio.
Se dalla parte destra la condivisione è stata unanime, a sinistra la candidatura, per la verità autopropostasi, ha invece creato perplessità e abbandoni, dubbi e discussioni.
Ma chiunque vincerà non partirà da zero, perché nonostante le vicende laziali le premesse per un risanamento finanziario vero sono state già gettate in campo
Ma a fianco del risanamento economico non vanno dimenticate le tante famiglie che anche qui soffrono la crisi, serviranno sostegni concreti, servirà la formazione continua per i lavoratori in difficoltà,.
Insomma serviranno proposte vere, soprattutto da parte di Emma Bonino e del suo programma di lavoro per il Lazio, perché dall’altra parte si vede soltanto il fumo sull’orizzonte dei soliti annunci che non avranno seguito.
La coalizione del centro sinistra non risentirà in negativo delle ultime vicende personali dell’ex Presidente ma dovrà fare i conti con a forza d’urto della destra che dopo il governo e
Sarà quindi certamente una battaglia dura ma anche una battaglia che si potrà vincere se tutti quanti remeranno convintamente dalla stessa parte, e chi si è stretto attorno a Emma Bonino lo farà, per se stesso, per il Lazio.