Che vergogna.
Stiamo fornendo dentro e soprattutto fuori del nostro paese, in Europa e nel mondo un’immagine veramente vergognosa.
Regole calpestate,Insegnanti lasciati a casa, studenti lasciati soli, pensionati alla fame e lavoratori arrabbiati per la strada verso un destino ignoto, ricercatori abbandonati e ospedali al collasso, la cosa pubblica piegata all’interesse privato, poliziotti lanciati contro altri lavoratori come loro.
Imprese che depositano i libri in tribunale, artigiani che falliscono uscendo per sempre dal mondo della produzione, scandali oramai conclamati si svolgono spudoratamente davanti agli occhi di tutti, nessuno si preoccupa neppure più di celarli, tangenti, favori di ogni tipo, soldi, droga, favori sessuali, oggi la tangente più ricercata sembra essere la donna.
Ma i talebani li abbiamo in casa e se potessero i mullah nostrani le bastonerebbero pure, e a volte lo fanno impuniti.
Li abbiamo in casa i talebani, nascosti tra le mura domestiche o travestiti da uomini dello Stato, mimetizzati con magliette a bordo tricolore o nascosti dietro gli scranni del potere, occultai sotto la veste di dirigenti, imprenditori, da chi ritiene che tutto gli sia concesso compreso il premesso di fare qualunque cosa.
E per fortuna nostra la maggior parte degli uomini dello Stato, dell’economia e dell’imprenditoria italiana, sono ben diversi da questa feccia altrimenti saremmo precipitati da un pezzo in situazioni facilmente immaginabili.
Ogni malefatta viene autocondonata dietro sorrisi falsi e festini, ogni regola stravolta nascosta da dubbie massaggiatrici, ogni legge piegata a qualunque prepotenza, la giustizia derisa, i magistrati canzonati e sbeffeggiati, lasciati soli in palazzi vuoti, in procure deserte, senza risorse, senza aiuto, a rischio delle loro stessa vita.
E non bisogna dimenticare che anche il mondo imprenditoriale soffre, specialmente quello delle piccole e medie imprese fuori dal giro dei favori del potente, quelle che non si piegano alla corruzione, alla criminalità, alle imposizioni, e sono le imprese che chiudono e quando un’impresa fallisce, specialmente se artigianale e piccola, il marchio resta per sempre e nessuno farà mai più credito a chi è passato in quel vortice.
E poi le banche.
Le banche che in questa crisi mondiale che esse stesse hanno generato e portato avanti sono diventate più ricche, sono state aiutate come nessun altro, ma quando dovevano restituire la solidarietà e l’aiuto verso l’esterno per rimettere in moto il meccanismo, hanno sbattuto la porta in faccia a chi aveva bisogno.
Banche che però sono sempre servili con il potente di turno, sempre pronte a coprire affari fumosi e poco chiari, banche serve al potere specialmente se di destra, banche sempre pronte a distribuire soldi agli amici, sempre pronte a chiudere gli occhi sulla provenienza dei flussi di denaro sporco che riempiono i suoi caveau, non importa se sono soldi criminali, se rientrano dall’estero senza sapere da dove sono nati, sono soldi per lei, per poter giocare ancora, per poter continuare a amministrare tutto e tutti.
Francamente da tutto questo non sarà facile venirne fuori, e ha ragione Romano Prodi, altrochè se ha ragione, ora c’è veramente da aver paura, e bisogna aver paura non soltanto per il disprezzo delle regole oramai quotidiano, per la prepotenza della destra italiana, per la sua vile arroganza, bisogna aver paura anche di noi stessi, delle nostre reazioni, cosa succederà quando tutto questo continuerà nella sua pericolosa parabola?
Nessuno è in grado di dirlo.
Qui bisognerà dimostrare il nostro senso di responsabilità, tutti quanti, come ha fatto Giorgio Napolitano firmando quel decreto salva liste, non ha violato la Costituzione, non poteva rifiutarsi come qualcuno ha detto nel momento della massima rabbia, non ha colpe.
La destra ha la responsabilità della situazione del paese e noi abbiamo la responsabilità di avergli permesso di fare tutto ciò che fa.
Non siamo esenti da colpe.
Quando qualcuno dice che è ".. disposto a tutto..." che si deve fare?
Ora bisogna dimostrare quanto siamo bravi a difenderla la nostra democrazia.Ora è il momento di dimostrare la nostra forza, la forza della democrazia.
Ce la faremo?