Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

venerdì 5 marzo 2010

Viaggio nella battaglia per le Regionali : il Piemonte

In Piemonte si giocherà una grande partita.
Senza nulla togliere alle altre consultazioni che si terranno in altre parti del paese, proprio qui si giocherà gran parte del futuro non solo di questo territorio, ma anche di gran parte delle possibilità che si sviluppano in tutta Italia.
Piemonte è come dire FIAT.
Ma affermare che sia solo così è riduttivo nel contesto generale dell’economia di questa regione, dove prospera la voglia di fare e di impegnarsi a vario titolo, come imprenditoria e come impegno sociale.
La grande fabbrica torinese è una parte, importante, ma solo una parte del mondo imprenditoriale che qui è nato e che da qui ha lanciato sui mercati del mondo le proprie specificità.
Qui hanno preso vigore le grandi lotte operaie.
Impossibile elencare tutte le caratteristiche di questa terra, non basterebbero migliaia di fogli, dall’industria all’ambiente, dalle grandi vie di comunicazione al patrimonio storico unico e conosciuto in tutto il mondo.
Una grande regione quindi, lavoratrice, onesta, dalle grandi possibilità di crescita industriale ed economica, con tanti giovani che vogliono proporsi nel mondo nuovo.
La regione Piemonte negli ultimi 5 anni è stata governata dal centro sinistra, così come Torino d’altronde e come molte altre realtà locali.
In questi 5 anni è stata governata con saggezza, con buon senso, iniziando a progettare guardando anche al domani e non solo all’oggi, le emergenze portate dalla crisi che proprio qui in Piemonte ha dispiegato le maggiori criticità è stata affrontata, e si affronta tutt’ora, con quel senso di responsabilità istituzionale che viene riconosciuto al governatore uscente Bresso e a tutta la giunta che l’ha appoggiata e sostenuta.
Questa coalizione si è allargata proprio per la bontà del lavoro fatto, dopo aver valutato i risultati e dopo aver condiviso ciò che si vuole fare in futuro.
Un futuro che si preannuncia complesso e difficile, non solo per la realtà produttiva e sociale piemontese ma anche per tutto il resto d’Italia.
Serviranno le idee e l’impegno di tutte quelle componenti politiche e sociali che hanno a cuore il loro futuro più immediato ma soprattutto quello che sarà il domani.
Forze politiche responsabili che anche nelle loro differenze ideali si sono strette in un programma comune per il bene di tutto il territorio.
Queste forze politiche stanno tutte nella coalizione del centrosinistra che sostiene Mercedes Bresso per la sua riconferma.
Dall’altra parte la solita storia, velato secessionismo nel cuore, un po di mascherato razzismo, poche idee confuse, nessun programma realizzabile, tanta demagogia, tante accuse inutili e ingiuste che si tenta di far passare per vere con l’aiuto della solita informazione controllata e indirizzata.
Ma il messaggio non sembra far breccia nel cuore dei piemontesi, da sempre portati a ragionare sulla concretezza e sul buon senso, con lo sguardo atento alla solidarietà e alla coesione sociale.
E questo buon senso ancora una volta dice che vanno respinte al mittente le prospettive che vogliono il Piemonte un possedimento del Presidente del Consiglio.
Un messaggio conservatore e reazionario che proprio in Piemonte, simbolo dell’Italia unita e con la sua storia orgogliosa, non troverà che i soliti addetti, servili al potere di un monarca straniero ai cui piedi strisciano per ottenere prebende di vario tipo.
I Piemontesi sono nella grande maggioranza gente che sa scegliere, che sa valutare i progetti, le proposte, le idee, e soprattutto conoscono bene gli uomini e le donne che vogliono realizzarli, conoscono le loro storie, le loro vite.
Il Piemonte non sbaglierà a scegliere neppure questa volta nonostante l’elenco lenzuolo con 25 liste, 4 candidati alla Presidenza, un numero infinito di persone che vogliono essere elette al consiglio regionale.
Il Piemonte saprà scegliere nel mucchio e confermerà quanto ha visto negli ultimi 5 anni.