Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

giovedì 4 marzo 2010

Viaggio nella battaglia per le Regionali : La Calabria.

Quando si dice Calabria spesso si accosta il suo nome alla criminalità.
Ma chi lo dice manca di rispetto a tutti i calabresi che sono un popolo operoso, generoso e da sempre orgogliosi di essere tali.
Un territorio pieno di uomini e donne di buona volontà, oneste e laboriose, attaccate alle tradizioni della loro terra ma fiere della propria italianità, persone ansiose di far capire a tutti gli scettici che la Calabria non ha proprio nulla da invidiare a nessuna altra regione italiana.
Un territorio ricco di storia che vive come molte altri una realtà difficile, complessa. Ma la Calabria non può essere segnata dal marchio dell’essere criminale.
E’ falso e chi lo dice manca di rispetto ai calabresi.
Molti giovani di talento studiano e si impegnano, i loro padri e i loro nonni hanno costruito quel territorio, molti calabresi hanno lasciato il loro marchio impresso con il sudore in quasi tutte le grandi città del nord, nei paesi d’Europa e nelle metropoli del mondo.
Un popolo che decideva di emigrare e un popolo che decideva di restare.
Entrambi hanno avuto ragione, entrambi sono rimasti per sempre nella storia dell’Italia.
Anche oggi, lo stesso orgoglio di allora fa dei calabresi quella parte di gente che non molla mai, nonostante le fasi convulse della sua storia passata e recente, nonostante tutto ciò che succede e che si legge sui giornali, nonostante tutto : la Calabria è stata e resta una parte d’Italia delle più belle.
La bellezza di un territorio è quindi data dal mix delle sue peculiarità ambientali e dalla forza dei suoi abitanti, dei suoi giovani con le loro speranze, con i loro progetti, dalla forza delle loro idee, con quel vigore che è tutto loro, con la robustezza dei principi che gli appartengono più che in ogni altro posto.
Proprio per questo la Calabria troverà la forza di continuare a lottare per il suo riscatto sociale, per riportare convintamente nell’opinione pubblica il messaggio che solo i calabresi possono lanciare a tutti, un messaggio di progresso e di sviluppo.
Progresso, sviluppo, legalità e lavoro.
Quattro cose che stanno insieme, quattro cose che si legano.
Da qui partiranno tutti calabresi per fare il loro futuro e possono star certi che tutto il paese sarà unito con loro.
I problemi che in questi anni ha affrontato la Calabria sono conosciuti a tutti, la sanità in testa, come tutte le regioni d’altra parte.
Un lavoro con la giunta Regionale è stato iniziato, non solo in questo campo, e bisogna continuarlo, migliorarlo, rafforzarlo, riempirlo di nuove cose da fare, la sua importante portualità che sta risentendo della crisi globale è una ricchezza unica, una realtà nata per servire il centro siderurgico oggi sta diventando sempre più importante nel flusso delle merci nonostante i momenti generali di estrema difficoltà.
Ma tutto questo oggi al governo non interessa e infatti non mette un solo euro su questo obiettivo determinante non solo per la Calabria ma per tutta Italia, e getta ingenti risorse per realizzare il ponte sullo Stretto destando non poche perplessità.
La destra in Calabria è solamente il braccio del suo monarca di Arcore, non ha idee, non ha nulla da presentare ai calabresi, lancia i soliti slogan, non sa fare altro, è spaesata e fuori dalla lettura reale delle questioni del territorio.
La sua coalizione è un unico vuoto programmatico.
Il centro sinistra può farcela, ha buoni uomini, donne di grande esperienza, giovani pronti a dire la loro, un qualcosa che può dare alla Calabria quell’impulso che le serve per slegarsi definitivamente dai luoghi comuni che spesso vengono agitati da chi vuole un’Italia divisa.
L’unitarietà complessiva non trovata potrebbe essere un punto debole, ma la pluralità delle idee rappresenta una ricchezza che alla lunga darà alla Calabria ciò che merita veramente.
Un periodo di lancio nel futuro, per ritrovare quel lavoro che è il marchio dei calabresi in Italia e nel mondo, per continuare a combattere le derive del malaffare come fanno gli imprenditori calabresi con coraggio.
Il governo della destra di oggi ha lasciato soli i calabresi con le loro difficoltà, li ha abbandonati e al braccio lungo del Presidente del Consiglio sul posto ben poco gli interessa veramente di questa Regione.
I calabresi tutto questo lo hanno ben capito, è gente che non dimentica. e a fine marzo gli manderà una bella letterina…con il voto.