I cinque anni di Burlando i liguri li hanno sentiti, in positivo.
L’eredità pesante lasciata dal Senatore Biasotti fresco di nomina parlamentare non ha permesso di fare tutto ciò che si voleva ma grandi passi avanti sono stati fatti.
Sanità in profondo rosso, infrastrutture bloccate, tessuto sociale critico, una Regione quasi ferma a crogiolarsi nei soliti annunci spot.
Ma nonostante le difficoltà finanziarie regionali si è rimesso in moto tutto il meccanismo istituzionale, sistemata con grande sacrificio la sanità, avviati numerosi progetti, tessuto industriale difeso e molti precari finalmente assunti, grande attenzione al territorio e alle tutele sociali per anziani e famiglie come meglio si poteva stante i conti di bilancio negativi lasciati dalla destra festaiola.
Ma tutto questo non significa che la Liguria abbia raggiunto ciò che voleva e ciò che è meglio per la sua gente, molti problemi restano sul tavolo anche se si è iniziato ad affrontarli e potranno essere portati a termine se la giunta di centrosinistra avrà il consenso dei cittadini per lavorare ancora altri 5 anni.
La crisi economica si è fatta sentire, le attività portuali, l’edilizia, il turismo hanno subito contraccolpi significativi, ma nonostante tutto la convinzione di imboccare la strada del risanamento non solo dei conti ma anche produttivo e commerciale hanno avuto la meglio e la linea politica della sinistra ligure ha messo il timbro tracciando la strada per il futuro.
Certo, non sarà facile, la Liguria non va dimenticato è anche la terra del Ministro Scaiola che si da un gran da fare con la campagna acquisti, ma la tenacità della coalizione che intorno al Candidato Presidente Claudio Burlando si è ritrovata si è arricchita anche di esponenti che prima condividevano altri progetti politici.
Le condizioni per riconfermare la linea progressista del centro sinistra ci sono tutte ma la forza di penetrazione della destra anche il Liguria non va sottovalutata, getterà in campo molte risorse economiche con le quali pensa di poter comprare il consenso, Il Presidente del Consiglio ci sarà a dar man forte all’area conservatrice di cui è leader e come in ogni regione il culto dell’uomo solo proverà ad inserirsi anche qui, proverà con i suoi portaborse a mettere il bene (Lui) contro il male (Tutti quelli che non sono con lui).
Forse pensa che le persone gli diano retta e non si accorge che invece è proprio il contrario ovunque, soprattutto il Liguria dove le persone non sono facilone come lui pensa, non sono cittadini che si prestano alla virtualità delle promesse, ma sono persone concrete e non facili credulone.
La coalizione del centro sinistra si presenta quindi compatta, anche più larga della precedente, a parte la pattuglia Radicale che non si capisce bene come mai abbia fatto la sua scelta solitaria.
Il 6 marzo il segretario del PD Pier Luigi Bersani aprirà a Genova la campagna elettorale e porterà sul tavolo ligure le grandi questioni nazionali oltre a quelle locali, le altre forze politiche del centro sinistra sono oramai organizzate e in piena campagna elettorale e la sfida si terrà sui contenuti, sui programmi, sulle cose da fare.
Proprio qui la destra mostra tutta la sua debolezza, non ha idee, non ha prospettive, non ha programmi e proverà a distogliere l'attenzione con fumogeni e riflettori sotto la cui luce far luccicare il monarca finanziatore, colui che ha le chiavi della cassa e che tiene i piedi l'allegra baracca che intorno a lui attinge privilegi, potere, denaro e anche altro, come dicono le cronache.
La liguria è una parte dell’Italia importante, il suo porto è l’ingresso per le merci verso l’Europa, intorno ad esso si muove un enorme indotto, il suo territorio a picco sul mare è da sempre meta turistica rinomata e soprattutto la sua storia operaia e commerciale da sempre ha risposto alle grandi questioni che la storia ha messo di fronte al paese.
la Liguria ha sempre fatto la scelta giusta, non lo diciamo noi, lo dice la storia dell'Italia.
Lo farà anche questa volta.
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