Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

mercoledì 3 febbraio 2010

Ora però quell’uomo esagera, sta diventando veramente imprudente, quasi pericoloso.

Indipendentemente dalla distanza siderale che ci divide politicamente ed eticamente dal Presidente del Consiglio, bisogna proprio dirlo.
Sta diventando veramente pericoloso lasciarlo scorazzare in giro per il mondo.
Specialmente in quel mondo il cui equilibrio è rappresentato da un sottile filo di tranquillità armata, che si spezza sovente ed è sempre a rischio di tranciarsi irreparabilmente.
Quando si va in medio oriente, un vero e proprio vulcano attivo, bisognerebbe misurare le parole che si pronunciano, stare attenti alle diverse sensibilità che li convivono già con malcelata sopportazione.
Un mondo in ebollizione sempre sul punto si esplodere in un conflitto tremendo e allargato.
Una situazione ben nota a tutti, in tutto il mondo, inutile ripercorrerla qui.
Però qualcuno che ne sa qualcosa dovrebbe spiegare al Presidente del Consiglio come stanno le cose nel mondo arabo!
Chiunque va laggiù ha un unico scopo, provare in ogni modo a smorzare gli animi troppo esplosivi, specialmente se si tratta di un Capo di Stato, o di un Presidente del Consiglio di un qualunque paese.
Ma il nostro Presidente del Consiglio probabilmente pensa che anche li sia a sua disposizione un teatro dove mettere in scena le sue sconsiderate affermazioni.
Non si rende conto probabilmente di ciò che dice, forse i suoi comportamenti sempre votati all’autoreferenzialità lo portano a strafare, a voler a tutti icosti battere un colpo, lasciare il suo segno nel libro della storia mondiale.
Tutto ciò sarebbe apprezzabile per il buon nome dell’Italia che ha sempre avuto ruoli importanti di mediazione, di ricerca di dialogo, di stabilizzazione, ma il nostro Premier si lascia andare a affermazioni che lasciano stupefatti, non solo noi italiani, ma lascia di sasso anche tutti coloro che da anni tentano con ogni mezzo di riportare pace e serenità tra quei popoli perennemente in conflitto.
Non interessa qui allargare il discorso sulla geopolitica, sul Ministero degli esteri, sarebbe troppo lungo e macchinoso, complicato nella comprensione per molti, però le parole del nostro Premier pronunciate in quel teatro in subbuglio lasceranno un segno profondo, non solo nei rapporti con gli Stati che li sono insediati, ma anche nelle relazioni che l’Italia ha negli anni con abnegazione ricercato e ottenuto con tutti i paesi del mondo.
Insomma la pericolosità sta qui.
Nelle sue sconsiderate parole.
Non si rende conto che quando parla lui parla l’Italia.
Capisco che sia fastidioso dire così ma questa è la politica.
Il premier rappresenta l’Italia nel mondo, ciò che dice lui è ciò che dice l’Italia intera, e quindi ciò che diciamo noi.
E se lui offende qualcuno, qualche cultura, qualche popolo, il risentimento sarà con tutti noi che abbiamo parlato per bocca sua.
E se tra questo qualcuno ci fosse qualche pazzo vendicativo basta fare un piccolo ragionamento per capire eventuali situazioni incontrollabili che potrebbero verificarsi.
Non si capisce proprio come possa una persona che si autodefinisce "Statista" usare il cervello in modo così parziale, senza pensare.
Uno Statista si definisce, si paragona a De Gasperi, semplicemente ridicolo se non fosse per la tragicità che esporta con leggerezza.
Prima va al Knesset, il Parlamento israeliano, da Netanyahu alleato con l’estrema destra israeliana – lui parla, anzi straparla e l’altro applaude.
Sintonia perfetta tra i due, in questo il ns Premier si riconosce - esalta il bombardamento di Gaza dove furono sterminate 2.500 persone delle quali più della metà donne e bambini inermi, afferma che è stata una cosa giusta dimenticandosi che anche “l’amico Bush” aveva condannato il fatto, così come lo aveva condannato tutto il mondo, compresa buona parte degli israeliani.
Poi non contento della frittata internazionale va dai Palestinesi, da Abū Māzen, e li invece condanna il gesto.
Gli viene chiesto da una giornalista cosa pensa del muro eretto dagli israeliani e lui dice che non lo ha “neppure notato” preso com’era a scrivere appunti per i suoi interventi.
Avesse guardato solo il muro!
Ma prima ne combina un’altra.
Tenta di colpire gli interessi nazionali, i nostri interessi, cerca di affondare uno dei più importanti mercati che l’Italia ha nel mondo con buona pace dei nostri imprenditori già lasciati soli dalmsuo allegro governare .
Va all'assalto dei nostri interessi commerciali in Iran.
Vuole mettere quel paese nella lista nera, dice che l’Italia non avrà più rapporti commerciali con il paese di Mahmud Ahmadinejad e quelli che sono in corso saranno chiusi .
Gli viene obiettato che la nostra industria metalmeccanica e non solo quella ha enormi interessi in Iran per non parlare dell’ENI.
Ma lui il Presidente del Consiglio le cose le sa.
L’ENI sta chiudendo tutti i rapporti commerciali. La sua è parola di verità.
Neppure mezz’ora dopo secca smentita della nostra ENI.
Una figuraccia epocale, da mettere nella sua collezione unica, questa si nella storia italiana , figuracce sue e dei suoi accoliti, dalle magliette leghiste alle abbronzature.
Ricordiamocelo al momento giusto che sono anche nostre per appartenenza.
Che figura!
Mahmud Ahmadinejad uno che purtroppo sappiamo bene come la pensa, e ahinoi soprattutto cosa fa, chiama l’ENI presumibilmente piuttosto alterato e riceve assicurazioni che smentiscono categoricamente le parole del Presidente Italiano.
E ci si può fermare qui.
Insomma questa è la situazione che si viene a creare all’estero quando il Premier statista si muove e soprattutto quando parla.
Con tutto il rispetto, bisognerebbe dire ai suoi servitori che in qualche modo potrebbero provare a contenerlo, a convincerlo, magari anche a scrivergli cosa deve dire e cosa non deve dire.
Ma si sa come vanno queste cose.
Quando uno ha la cassa di tutti in mano e può a suo piacimento chiudere il rubinetto………..
Però la sua pericolosità sta diventando troppa, per le nostre relazioni internazionali, per la nostra economia, per la nostra stabilità interna.
Rischia di mettere il nostro paese contro tutti, di isolarlo, di distruggere 60 anni di mediazioni e confronto.
Lui non lo capisce, i suoi non lo informano e anzi lo appoggiano applaudendo ogni sua esternazione.
Hanno quindi tutti loro la stessa responsabilità del loro capo.
Ma il resto dell’Italia?
Perché deve sfigurare in questo modo?
Ce lo meritiamo?
Si dice che ognuno ha il governo che merita. Forse è vero.
Grandi responsabilità abbiamo tutti noi che stiamo dalla parte opposta, che abbiamo lasciato andare la situazione fino a questo punto.
C’è da augurarsi che tutto questo sia di monito per il futuro che verrà.
Il tempo ci aiuterà a comprendere errori e a combattere personalismi.
Se saremo bravi a costruirlo questo futuro, se sapremo avere la responsabilità necessaria allora ce la faremo.
Se non saremo bravi le nuove generazioni avranno di noi un ricordo non proprio esaltante e ce ne chiederanno conto.
Cosa gli diremo?