Il momento politico che il nostro paese sta attraversando non è semplice e non possiamo abbassare l’attenzione a causa degli impegni elettorali imminenti.
E’ il periodo più complicato che abbiamo mai visto dalla fine della II° guerra mondiale.
Lo è dal punto di vista dell’affrontare una crisi che ci ha travolto e lo è dal punto di vista della stabilità sociale e istituzionale.
La questione giustizia sta aprendo pericolose crepe di incomunicabilità.
Sull’affrontare la crisi è inutile dilungarsi ulteriormente, molto è stato detto, molto è stato scritto, innumerevoli proposte sono state avanzate, da tutte le parti e non solo dall’opposizione parlamentare del PD e degli altri che sono presenti in transatlantico.
Tutte queste proposte sono rimaste inascoltate.
Inutile quindi insistere su questo tasto, il governo va avanti a testa bassa, non ascolta nessuno, oramai anche gli scettici lo hanno capito, pensa di avere ragione solo lui, e solo lui dice di avere le soluzioni.
I risultati di questa strategia governativa della destra autoreferenziale sono nelle piazze che protestano, nelle aule dei tribunali coperte di insulti, sui tetti pieni di operai disperati, nelle scuole che cadono a pezzi, e via di seguito.
Ma per il Premier va tutto bene, i suoi amici gli fanno da sponda e molta gente gli crede, ma è sempre più soltanto quella parte di gente che sta bene e che guarda con fastidio gli operai sulle piazze.
E’ come se il paese reale non esistesse, come se il Premier, i Ministri e i loro deputati e senatori vivessero su un altro pianeta.
Invece i risultati raggiunti per lenire economia e famiglie sono palesemente sotto gli occhi di tutti.
Parole molte, fatti nessuno o pochi e irrilevanti, azioni inutilmente deboli che non risolvono nulla e il più delle volte complicano ancora di più.
Ma attenzione.
In questo marasma confuso dove si parla soltanto di come salvare il monarca dal giudizio, ci sono forze politiche e gruppi di potere che approfittano per ottenere ciò che vogliono, divisione del paese, populismo da spandere sui loro feudi, legislazioni al di fuori di ogni buon senso, discriminazione verso gli stranieri, secessioni minacciate.
Questo è molto pericoloso per tutti e non solo per i territori che ne sono interessati dato che non tutti quelli che abitano li la pensano in quel modo.
Un problema che andrà affrontato appena possibile, possibilmente con urgenza prima che la situazione si incancrenisca e si radichi in messaggi che sono al di fuori della nostra storia repubblicana.
Le elezioni regionali in arrivo non hanno fatto altro che evidenziare tutto questo, da una parte con uno scambio di pedine nella geografia del paese, specialmente al nord, dall’altra l’impossibilità di governare processi politico elettorali come si vorrebbe.
Questo gioco dell’oca praticato a tavolino distoglie tutta l’attenzione dai veri problemi che andrebbero affrontati con decisione.
Come un disco rotto si raccontano storielle durante le visite all’estero del Premier, come un disco rotto si sentono ripetere ad ogni occasione le stesse tiritere da qualunque esponente del governo su ogni mezzo di informazione che gli capita sotto tiro.
Non importa la domanda che gli viene fatta.
La risposta è sempre la stessa con un lungo elenco di parole su quanto è in corso e via così.
Dobbiamo uscire in qualche modo da questa gabbia che ci sta soffocando.
Oltretutto proprio le Regionali imminenti hanno fatto vedere a tutti che dalla parte avversa al governo non c’è proprio tutta quella armonia che ci si aspetterebbe, troppi personalismi, troppa indisciplina organizzativa, troppo fai da te, tanta buona volontà, tante energie ma spese male al di fuori di quel contesto che invece potrebbe farle diventare determinanti.
Ma una nave con tanti capitani sappiamo che è destinata agli scogli.
E per il bene di tutti sarebbe bene che ciò non avvenisse.
Servirà un lavoro accurato,lungo e forse anche doloroso, ma non ci si può più permettere il continuare di situazioni a gestione autonoma e personale, per tutto il centro sinistra, per il suo maggior partito e per tutto il Paese.
Serve proprio qui un intervento per placare gli animi e riportarli dentro la linea giusta, tutti gli animi, nessuno escluso, un’operazione utile verso la quale il tempo necessario è venuto a mancare in queste Regionali.
Se non si fa questa operazione nulla potrà essere costruito per il domani che ci aspetta, nessuna alternativa seria e credibile sarà possibile, si avrà sempre l’impressione di precarietà confusa che porta solo dissenso e non i consensi che invece servono.
E’ il periodo più complicato che abbiamo mai visto dalla fine della II° guerra mondiale.
Lo è dal punto di vista dell’affrontare una crisi che ci ha travolto e lo è dal punto di vista della stabilità sociale e istituzionale.
La questione giustizia sta aprendo pericolose crepe di incomunicabilità.
Sull’affrontare la crisi è inutile dilungarsi ulteriormente, molto è stato detto, molto è stato scritto, innumerevoli proposte sono state avanzate, da tutte le parti e non solo dall’opposizione parlamentare del PD e degli altri che sono presenti in transatlantico.
Tutte queste proposte sono rimaste inascoltate.
Inutile quindi insistere su questo tasto, il governo va avanti a testa bassa, non ascolta nessuno, oramai anche gli scettici lo hanno capito, pensa di avere ragione solo lui, e solo lui dice di avere le soluzioni.
I risultati di questa strategia governativa della destra autoreferenziale sono nelle piazze che protestano, nelle aule dei tribunali coperte di insulti, sui tetti pieni di operai disperati, nelle scuole che cadono a pezzi, e via di seguito.
Ma per il Premier va tutto bene, i suoi amici gli fanno da sponda e molta gente gli crede, ma è sempre più soltanto quella parte di gente che sta bene e che guarda con fastidio gli operai sulle piazze.
E’ come se il paese reale non esistesse, come se il Premier, i Ministri e i loro deputati e senatori vivessero su un altro pianeta.
Invece i risultati raggiunti per lenire economia e famiglie sono palesemente sotto gli occhi di tutti.
Parole molte, fatti nessuno o pochi e irrilevanti, azioni inutilmente deboli che non risolvono nulla e il più delle volte complicano ancora di più.
Ma attenzione.
In questo marasma confuso dove si parla soltanto di come salvare il monarca dal giudizio, ci sono forze politiche e gruppi di potere che approfittano per ottenere ciò che vogliono, divisione del paese, populismo da spandere sui loro feudi, legislazioni al di fuori di ogni buon senso, discriminazione verso gli stranieri, secessioni minacciate.
Questo è molto pericoloso per tutti e non solo per i territori che ne sono interessati dato che non tutti quelli che abitano li la pensano in quel modo.
Un problema che andrà affrontato appena possibile, possibilmente con urgenza prima che la situazione si incancrenisca e si radichi in messaggi che sono al di fuori della nostra storia repubblicana.
Le elezioni regionali in arrivo non hanno fatto altro che evidenziare tutto questo, da una parte con uno scambio di pedine nella geografia del paese, specialmente al nord, dall’altra l’impossibilità di governare processi politico elettorali come si vorrebbe.
Questo gioco dell’oca praticato a tavolino distoglie tutta l’attenzione dai veri problemi che andrebbero affrontati con decisione.
Come un disco rotto si raccontano storielle durante le visite all’estero del Premier, come un disco rotto si sentono ripetere ad ogni occasione le stesse tiritere da qualunque esponente del governo su ogni mezzo di informazione che gli capita sotto tiro.
Non importa la domanda che gli viene fatta.
La risposta è sempre la stessa con un lungo elenco di parole su quanto è in corso e via così.
Dobbiamo uscire in qualche modo da questa gabbia che ci sta soffocando.
Oltretutto proprio le Regionali imminenti hanno fatto vedere a tutti che dalla parte avversa al governo non c’è proprio tutta quella armonia che ci si aspetterebbe, troppi personalismi, troppa indisciplina organizzativa, troppo fai da te, tanta buona volontà, tante energie ma spese male al di fuori di quel contesto che invece potrebbe farle diventare determinanti.
Ma una nave con tanti capitani sappiamo che è destinata agli scogli.
E per il bene di tutti sarebbe bene che ciò non avvenisse.
Servirà un lavoro accurato,lungo e forse anche doloroso, ma non ci si può più permettere il continuare di situazioni a gestione autonoma e personale, per tutto il centro sinistra, per il suo maggior partito e per tutto il Paese.
Serve proprio qui un intervento per placare gli animi e riportarli dentro la linea giusta, tutti gli animi, nessuno escluso, un’operazione utile verso la quale il tempo necessario è venuto a mancare in queste Regionali.
Se non si fa questa operazione nulla potrà essere costruito per il domani che ci aspetta, nessuna alternativa seria e credibile sarà possibile, si avrà sempre l’impressione di precarietà confusa che porta solo dissenso e non i consensi che invece servono.