Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

mercoledì 17 febbraio 2010

Chi afferma che i cattolici non possano anche essere di sinistra dice una colossale sciocchezza

Ma dove è scritto che i cattolici devono stare per conto loro in un solo partito?
Ma per quale motivo i cattolici non possono stare in una qualunque forza politica di sinistra o di destra, o magari riconoscersi nelle idee più diverse, anche autonome dalla politica, che stanno nascendo nel nostro paese e nel mondo?
Il modo di vedere e di leggere la nostra società da parte di qualcuno lascia perplessi e sconcertati.
Chi pensa che il mondo cattolico debba forzatamente far parte di un partito, particolare, specifico, formato ad oc tenta in qualche modo di provare ad imporre una propria visione assolutamente personale e autoreferenziale, portata più dall’ambizione personale che da reale convincimento, che per quanto discutibile potrebbe essere fonte di approvazione o di critica.
Riesce difficile pensare che non esista un cattolico colpito dalla mancanza di solidarietà umana che il nostro governo di destra sta dimostrando, così come riesce complicato il non riconoscersi nelle parole del Pontefice che richiama tutti alla giustizia sociale, alla difesa della vita umana, al riconoscimento del lavoro.
Parole da vero socialista si potrebbe dire.
Invece sono parole semplici, normali che lanciano un monito a chi detiene il potere affinchè faccia uso di sobrietà e giustizia.
E’ un male che una forza politica progressista, di sinistra dica le stesse cose?
Oppure si vuole far credere che tali pensieri appartengano alla destra?
Credo proprio di no.
Chi ha una fede va rispettato, sempre, qualunque sia questa fede, sia che si richiami al cattolicesimo, o al buddismo, o a qualunque altro credo.
Ma pensare che chi ha fede non debba e non possa riconoscersi in una certa visione della società cercando di renderla più giusta è un qualcosa di strumentale che non può che riportare a interesse personale di visibilità e di conquista di nicchie di potere.
Avere il rispetto dei lavoratori, degli immigrati, delle Istituzioni non significa essere anti cattolici, ma significa lottare per un qualcosa in cui si crede e contemporaneamente cercare anche nella propria fede quella forza che soltanto li si pensa possa dare lo spunto per raggiungere il proprio obiettivo.
Non si può utilizzare la fede scambiandola con potere e denaro, perché a parte pochi sembra sia proprio questo ciò che sta succedendo, è proprio l’ambizione personale, che tra l’altro il Pontefice ha condannato nella sua ultima enciclica e lo fa ogni volta che parla a S.Pietro.
La molla che spinge alcuni esponenti politici italiani a sfruttare questa loro fede come scudo per ritagliarsi qualche raggio di luce è quindi soltanto una posizione interessata.
Secondo questa tesi, non si può essere credenti ed essere parte di una forza politica, specialmente se questa forza politica è di sinistra,
E’ una colossale sciocchezza, una cosa senza senso.
Nella storia italiana passata e presente ci sono migliaia di casi da portare ad esempio, basta ricordare Franco Rodano che fondò il Partito Comunista Cristiano portandolo poi nel PCI di Togliatti!!
Insomma ci sono stati grandi esponenti della sinistra italiana e internazionale che erano cattolici di primo piano, ma questo coltivare la propria fede non gli ha impedito di lottare per l’emancipazione di donne e uomini del nostro paese, il coltivare convintamente e in modo assolutamente partecipato il culto cattolico non gli ha impedito di lottare nella Resistenza, o dobbiamo ricordare i tanti sacerdoti protagonisti della guerra di Liberazione?
Il difendere la giustizia sociale, stare dalla parte degli ultimi, due semoplici cose da sempre bandiere della sinistra, significa essere anti cattolici?
Secondo il giudizio di qualcuno ultimamente parrebbe proprio di si.
Ed è un grosso errore.
Prendere a pretesto una presunta e non veritiera ostatività della sinistra che avverserebbe il cattolicesimo è una cosa alla quale non crede più nessuno, inutile sbandierarla a destra e a manca, non è verosimile ed è una stupidaggine avvalorata dai fatti.
Bisogna dire la verità.
Chi ha abbandonato per esempio il Partito Democratico con questa scusa in realtà lo ha fatto soltanto per se stesso o per se stessa, cercando altrove quella importanza che pensava di non avere, il che è sbagliato.
E’ sbagliato come concetto perché non è vero, ed è sbagliato come comportamento perché al contrario di loro i tanti cattolici che proprio in quel partito lavorano e si impegnano non sentono alcuna ostatività nei loro confronti, anzi sentono di poter partecipare a formare l’Italia di domani, con i loro principi, le loro idee, il loro modo di intendere la vita umana, la loro solidarietà e il loro senso di giustizia per tutti.
Chi ricerca posizioni di potere per se stesso, o per se stessa, sarebbe ora che facesse opera di verità dicendo le cose come stanno e non nascondendosi dietro ad un presunto tradimento di un’idea originaria.
E la verità è una sola : la ricerca spasmodica dell’importanza, della propria visibilità non va messa dietro uno scudo di una fede che al contrario condanna tali comportamenti.
Ma allora S.Antonio da Padova, verrebbe oggi definito un pericoloso bolscevico del PD soltanto perchè è protettore dei deboli contro i prepotenti?
Non diciamo sciocchezze.