Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

mercoledì 13 gennaio 2010

Il Monarca sbaglia i suoi conti..................

Se ancora qualcuno aveva dubbi oppure coltivava qualche speranza che in fondo, nonostante tutto, anche l’ala destrorsa dell’Italia avesse a cuore veramente il bene del paese, ha avuto la sua risposta in queste ore.
Non è stata una risposta inattesa ma purtroppo prevedibile.
Bisognava capire che essa rappresenta il peggio che ci poteva capitare, la parte più conservatrice, più reazionaria, più antidemocratica che l’Italia potesse partorire dal dopoguerra a oggi.
Sinceramente non c’è quindi da stupirsi ma era giusto mettere alla prova le parole concilianti che erano state lanciate in questi giorni.
Parole spudoratamente smentite dai fatti.
Il risultato è quello che sappiamo, lo si temeva, e così è puntualmente avvenuto.
Il Raiss avanti a testa bassa, senza ascoltare nessuno che non sia prostrato ai suoi piedi a riverirlo.
Senza preoccuparsi altro che di se stesso, delle sue equivoche fortune finanziarie, dei suoi privilegi comprati calpestando ogni tipo di regola, del suo inesistente rispetto per le persone.
Almeno in questo modo nessuno potrà dire che prima di “mettersi di traverso” si doveva andare a vedere.
Ecco, ora si è andati a guardare, e non è stato un bel vedere.
Ciò che sta avvenendo, ciò che si sta palesando forse è anche peggio di quello che ci si aspettava.
C’è da ritenere che la storia in corso non sia comunque finita lì, ne vedremo delle belle, ma c’è da temere che ci sia ben altro sotto il coperchio di quella pentola dove bolle chissà cosa.
Però i miasmi iniziano ad uscire e stanno intossicando tutti quanti, amici e nemici.
Perfino la Chiesa ha preso posizione contro questo modo di comportarsi, repressivo e dittatoriale, e se anche il mondo cattolico da sempre solidaristico ma vicino al potere dominante fa sentire forte la sua voce, significa proprio che qualcosa non funziona nel nostro Stato.
Da noi, dobbiamo prenderne atto, c’è una specie di monarca circondato da untuosi servi che farebbero qualsiasi cosa per compiacere il loro padrone, perché di questo si tratta, un padrone despota che dispone della vita e della morte politica, economica e finanziaria dei suoi schiavi sempre più riverenti e viscidi, uno stuolo di camerieri dediti al proprio benessere e a coltivare soltanto la propria opulenza.
Ma qualcuno pensava davvero che quell’uomo sacrificasse se stesso e i suoi interessi per il suo paese?
“Sacrificare” è una parola grossa, diciamo piuttosto che fosse disposto a sottoporsi alle regole democratiche del paese in cui vive, che fosse disponibile a chiarire le molte fasi oscure della sua vita, che fosse pronto a rinunciare al suo potere egoistico per dare aiuti ad una popolazione che soffre.
Nessuno con un pò di sale in zucca poteva pensare che tutto questo potesse avvenire, soprattutto alla luce di fatti che da quasi 20 anni abbiamo sotto gli occhi.
E infatti non è avvenuto.
Giustizia sociale, lavoro per tutti, lenire il disagio, Istituzioni, sono termini a lui sconosciuti e fastidiosi, come fastidiosi sono coloro – qualcuno sempre più spesso anche della sua parte – che a volte gli ricordano che lui vive qui, in Italia, dove ci sono tutte quelle regole che non vuole rispettare, un paese che vorrebbe prostrato ai suoi piedi supplicante di poter raccogliere le sue consumate briciole.
Però il monarca sbaglia i suoi conti.
Il nostro è un paese che non si piegherà ai suoi capricci, al suo dominio, al suo arrogante dispotismo, non si è piegato al fascismo, figuriamoci se potrà farlo davanti a uno showman mediatico.
Un paese che farà sentire presto la sua voce più forte, quella dell’Italia democratica e onesta, quell’Italia che lavora, che suda nelle fabbriche, che lotta tutti i giorni per dare sostegno alle proprie famiglie, che studia nelle scuole e nelle Università,l’Italia solidale con lo straniero e con chi ha bisogno.
Questa è l’Italia che lo respingerà e lo farà utilizzando tutte quelle regole che la democrazia mette a disposizione, nel Parlamento e anche fuori.
Resistiamo amici e compagni, e ce la faremo a liberarci da questo giogo tirannico e illiberale.