Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

venerdì 11 dicembre 2009

Lavoro : la questione Italiana più a rischio.

Indebolire il lavoro. Parola d’ordine italiana del 2009.
Tutti gli Stati del mondo tentano di rafforzarlo, di sostenerlo in qualche modo, a vantaggio di tutti, anche di chi lo sfrutta, chi più e chi meno cerca di puntellarlo, ma noi in Italia, no.
Noi siamo diversi.
Noi facciamo al contrario, perché dobbiamo distinguerci.
Perché noi abbiamo gli attributi. Ora anche l’Europa più dubbiosa sulle nostre capacità lo sa, finalmente si sa di che pasta siamo fatti.
Perfino in Giappone, patria di quel liberismo con occhi a mandorla che dal 1946 ha dominato incontrastato la scena asiatica lo ha capito, una delle Tigri asiatiche, e il governo conservatore del sol levante ha dovuto cedere il passo a un esecutivo progressista, più moderato e democratico che non ha radici in nessun Socialismo del luogo.
Ma indebolire sempre più uno dei cardini della democrazia, il lavoro, sembra essere la strategia prima del governo italiano del 2009, sembra incredibile.
Anzi, non sembra incredibile, è reale, sta avvenendo oggi.
E’ cosa vera per diversi motivi che rispecchiano una voluta strategia di indebolimento del paese, utile a scopi ancora non del tutto chiari ma facilmente intuibili.
Distogliere l’attenzione su questioni private da risolvere in ogni modo.
Non importa se il resto del paese va in malora.
I motivi di tali comportamenti sono tanti.
Il primo è che ad una moltitudine di persone assolutamente bisognose puoi chiedere qualunque cosa, puoi portarle verso qualunque sacrificio, puoi zittirle e ricattarle quando vuoi ed è proprio questo che serve alla monarchia attuale, il silenzio sulla condizione drammatica del paese che si continua ostinatamente a definire ottima.
Come se tutti nel mondo e in Europa vivessero su altri pianeti e non sapessero nulla della questione italiana. Una sciocchezza.
Il secondo è che disinnescare la protesta sociale lanciando qualche elemosina qua e là, magari convincendo ad un appoggio interessato blocchi di parti sociali acquiescenti, si ottiene l’effetto di dividere un qualcosa che insieme potrebbe avere forza dirompente, una forza che non si vuole rendere cosciente delle sue possibilità.
Il terzo è storico : minare alla base il consenso della legittima protesta mette al riparo da contaminazioni che potrebbero dilagare pericolosamente disturbando il quieto vivere dell’esecutivo “del fare”.
Molti governi a volte non fanno le cose perché non sono in grado di farle, non arrivano a leggere bene ciò che accade, altri perché pur vedendo l’evolversi delle situazioni economiche non sentono di avere nessuna missione sociale da compiere e intendono il potere ottenuto come il coronamento di obiettivi personali o di piccoli gruppi ristretti, di corporazioni amiche, altri ancora fanno qualcosa per non farsi disturbare troppo mentre manipolano i loro nebulosi e fumosi affari.
Il nostro governo oggi racchiude complessivamente tutte queste caratteristiche.
E’ un record, un deleterio record che ci ricorderemo per un bel pezzo.
E chiunque potrebbe proseguire questo elenco arricchendolo di biechi o stupefacenti particolari.
Dunque, oggi, alla fine del tormentato 2009 i cannoni puntati verso il lavoro hanno iniziato un nuovo e massiccio bombardamento a tappeto, spudoratamente, senza neppure più preoccuparsi di salvare le apparenze.
L’attacco al mondo del lavoro è iniziato. Era nell’aria e c’era da aspettarselo.
Un’operazione mirata, precisa, i cui effetti saranno anche pericolosi per la stabilità sociale.
Una vera e propria controriforma di questo mondo produttivo senza il quale nulla potrebbe funzionare, ma questo pare che non molti lo comprendano a fondo, e non solo dalla parte dell’esecutivo in carica oggi, tutti presi dalla loro ingordigia personale, tutti impegnati a costruirsi una propria salvezza di parte fatta di facile rendita o di protezioni legislative.
Una controriforma che si è innescata davanti agli occhi di un paese impotente e quindi debole, e pertanto come si diceva prima facilmente ricattabile.
Un attacco progressivamente più consistente, costante, asfissiante, culminato in un’altra delle sue fasi distruttive, con la finanziaria in questo momento in discussione, Finanziaria che si dice sparirà e sarà sostituita una legge detta “Legge di Stabilità”. Vedremo.
Ma si parla di discussione per modo di dire, dato che nulla di questo governo conservatore italiano si discute, ma tutto si impone, tutto è posto sotto fiducia, tutto fatto per decreto.
O così o tutti a casa.
E infatti i vari camerieri, i vari servi a disposizione, gli scendiletto istituzionali si agitano e si prodigano per mettersi in mostra e conquistarsi il favore del capo finanziatore e dispensatore delle loro inaspettate fortune.
Non c’è più il distacco della società dalla politica di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi e che ora è sprofondata nel dimenticatoio.
Oramai si è creata una voragine incolmabile.
Non sarà più possibile chiuderla tanto facilmente, gettare un ponte, riavvicinare le due sponde.
C'è da credere che sia tardi. Troppo tardi.
C’è solo da sperare nel senso di responsabilità della parte sana del paese.
Nella finanziaria, o legge di bilancio che dir si voglia, che sta transitando in Parlamento si annunciano enormi incentivi al lavoro.
Una falsità, una bugia che non si tenta neppure di nascondere per pudore.
Già nulla era stato fatto in precedenza all’inizio di questa crisi, nulla si continua a fare e molto si continua solo ad annunciare.
Si parla dei famosi “ammortizzatori sociali” ma in realtà dietro a numeri annunciati non c’è neanche un misero euro a disposizione da aggiungere al nulla precedente.
E’ stato chiesto un prolungamento della cassa integrazione ordinaria almeno per coprire 24 mesi visto che la situazione non migliorerà tanto presto, proposta respinta.
E’ stato invocato un sostentamento significativo per i tanti giovani precari, è stato concesso un obolo di 300 euro al mese.
Per non distogliere risorse al Ponte sullo stretto di Messina, naturalmente.
Bisognerebbe che si spiegasse a chi non ce la fa più come fare a sopravvivere con 300 euro al mese.
Nel pubblico impiego, zeppo di “fannulloni” mancano i quattrini per i contratti ma il Ministro competente (per modo di dire) annuncia che ci saranno.
E’ il modo futuro del verbo che preoccupa.
Ma alla declinazione al presente la cifra è pari a zero nel contesto delle necessità reali, 1 miliardo per un triennio mentre autorevoli fonti economiche (del governo !!) indicano che di miliardi ne servirebbero almeno 11.
Ma ecco la frase magica inserita :
“…si rimanda lo stanziamento a un momento successivo…”.
I soldi non ci sono, ma nessuno può dire che non ci saranno.
Fantastico!
Sarebbe interessante capire quando sarà “…il momento successivo..”.
Inutile chiederlo. Non ci sarà.
E via di questo passo, possiamo risparmiarci il resto per non entrare troppo in tecnicismi poco comprensibili a volte anche agli estensori stessi.
Figuriamoci a chi deve tradurli e scoprirne i trucchi nascosti.
Su queste cose nessuna discussione, al punto che ci si inizia a chiedere da più parti a cosa serva un Parlamento così scavalcato e il bagaglio dei suoi esagerati costi e a volte spudorati privilegi.
Non solo non si possono discutere le questioni del paese in questo luogo deputato alla funzione decisionale, ma non è più possibile farlo neppure precedentemente, in quelle Commissioni non solo utili per distribuire posti ma necessarie per affinare e trovare le sintesi da approvare.
Ma dov’è che viene sferrato l’attacco al lavoro?
Per farla breve bisogna dire che nelle leggi di Bilancio sono spesso allegati dei documenti.
Vengono chiamati “collegati”, uno di questi del 2009 che qui ci interessa è il “collegato Lavoro”
Qui vengono introdotti vari fogli correttivi o integrativi, vuoi per precedenti dimenticanze, vuoi per approfondimenti intervenuti successivamente.
Oggi in questo collegato lavoro ci sono disseminate trappole diverse nella speranza che nessuno se ne accorga.
Vediamo alcuni passaggi ma non certo tutti.
Vengono ristabiliti gli “staff leasing” eliminati in precedenza per arginare lo sfruttamento del lavoro in affitto,.
Viene inserito l’ampliamento del lavoro accessorio a tutti i settori (va ricordato che il lavoro accessorio è il lavoro solo occasionale indicato per soggetti a rischio di esclusione sociale o non ancora entrati nel mercato del lavoro, oppure in procinto di uscirne, lavoretti per assistenza domestica, lavori di giardinaggio, collaborazioni in enti diversi e così via in attesa di una ricollocazione stabile) un lavoro senza futuro quindi utile in attesa di nuove opportunità.
Si rende libera la definizione dello stipendio degli apprendisti nei contratti aziendali, indebolendo ulteriormente il CCNL che non potrà essere evocato.
Si danno alle agenzie di lavoro temporaneo denari per “stabilizzare” con rischio che ciò non avvenga mai come mai è avvenuto, forse era più opportuno devolvere quattrini direttamente alle imprese come sarebbe stato più ovvio.
Il TFR dei lavoratori nelle casse dell’INPS dirottato per finanziare la spesa corrente, quindi grandi manifestazioni, eventi sportivi e altro ancora come probabilmente il Patto per la salute.
(certo, è vero, anche il precedente governo di centro sinistra aveva fatto questa operazione, ma a termine e solo per investimenti che potevano tornare in termini di beneficio sociale).
E’ stata inserita una norma che proroga la delega per i lavori usuranti, tanto quelle persone hanno rersistito fino a oggi e possono resistere ancora un po di tempo.
E poi la parte più chiara che la dice lunga sul bombardamento al lavoro.
Un precedente pericolosissimo.
Il governo, sapendo la questione esplosiva la prende larga, in un campo non sempre sotto i riflettori, un qualcosa che molti non conoscono bene, il tutto per non destare troppi sospetti e mugugni conseguenti.
Il Lavoro Marittimo.
Per i lavoratori marittimi, quindi per coloro che lavorano alla conduzione di imbarcazioni importanti ma non solo, quindi con rischi per molte persone, viene concessa la deroga sugli orari di lavoro rispetto a quanto stabilito dai contratti nazionali.
Si dispone che tali orari possano essere stabiliti localmente, ognuno fa come vuole, ma a condizione che siano contrattati con le parti sindacali………..
....e ATTENZIONE !!..........qui sta la bordata più dura…….
“….firmati anche da sindacati rappresentativi anche solo del territorio…..”
Si apre il capo quindi a foreste di sindacati nati ad hoc, senza alcuna rappresentatività se non utile e comoda per il momento, che firmeranno contratti pirata e poi si dissolveranno.
Manelle pieghe del Collegato lavoro c’è ben altro, come l’eliminazione del tentativo di conciliazione nelle cause di lavoro, oppure la limitazione del potere di controllo del giudice sulle certificazioni.
E direi che ci si può fermare qui.
Questa comunque è la realtà del paese in cui viviamo.
Questo è quello che abbiamo da affrontare oggi, subito.
Non si sa come poterne venirne a capo, non esistono formule magiche per l'immediato, solo tempi lunghi.
Ognuno ci ragioni su e inizi in ogni caso a pensare come venirne fuori.
Se con un progetto unitario, che non deve essere necessariamente includente e fagocitante, ma serio, plurale e concreto, fattibile, condiviso, allargato in giusta misura.
Oppure si può provare con il rilancio continuo di parole d’orine, orgogliosamente demagogiche che lasciano il tempo che trovano dopo l’applauso immediato, parole che spesso con rammarico lasciano poi le piazze desolatamente vuote.
Ognuno mediti su cosa vuole fare e come vuole farlo.
Ma il concetto personale che può anche non ha certo pretesa di essere condiviso in questa situazione è il seguente :
qualsiasi cosa di domani non potrà che essere meglio di ciò che è sotto i nostri occhi oggi
Non si può far finta di nulla.