Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

lunedì 14 dicembre 2009

Gli uomini di buona volontà si tirino fuori...

Il momento della responsabilità è oggi.
Da troppi mesi, anzi già da qualche anno, il confronto politico in Italia ha passato il limite della civile dialettica.
Non serve oggi, alla luce della gravità di quanto avvenuto, gareggiare gli uni contro gli altri per incolparsi a vicenda.
Le polemiche esasperate oltre che essere improduttive e al di là dell’emotività che possono suscitare nell’immediato, lasciano dietro di loro soltanto il vuoto, lasciano interrogativi che qualcuno in un modo o in un altro vuole colmare.
L’esasperazione dello scontro, l’uso di parole troppo pesanti, ha innescato una spirale che non sappiamo bene dove ci condurrà.
Un esempio lo abbiamo avuto, l’aggredito poteva essere chiunque, questa volta è stato il Presidente del Consiglio.
Per quanto divergenti possano essere le opinioni, le idee, le prospettive e i progetti nulla giustifica l’azione avvenuta, nulla giustifica l’uso della violenza.
Certo, opera di un folle, ma i pazzi si riempiono delle pazzie degli altri, si nutrono nella loro mente deviata di ciò che sentono, di ciò che vedono, e la loro ragione inesistente libera i movimenti incontrollati.
Il pericolo dovremmo vederlo non solo in questo gesto inconsulto, ma spostare l’occhio un pò più avanti.
L’esperienza del paese ci insegna che non vanno sottovalutate le espressioni violente anche quando sono isolate, perché potrebbero non esserlo più, altri pazzi potrebbero sentirsi parte di qualcosa.
Bisogna vigilare, vigilare sui nostri comportamenti, su quali messaggi inviare, sui toni che nella loro fermezza non devono mai passare i limiti.
Si è innescata una spirale che bisogna fermare tornando alla civiltà del confronto delle idee, tra le forze politiche, sociali, tra i vari gradi delle Istituzioni.
L’alimentazione di tensioni inutili portano sempre all’esplosione di rabbia in chi non comprende il vivere democratico, che invece è fatto di confronto, anche duro e deciso ma che deve restare nel proprio ambito dialettico.
Bisogna restare nei confini definiti dalla nostra Costituzione, e in questo perimetro da non valicare discutere anche se modificarla oppure no, ma sempre dentro il recinto che lei stessa indica.
Le tensioni si alimentano dall’esasperazione dei dibattiti, sui giornali, sulle televisioni, nei talk show, nei comizi di piazza, dove alla forza dialettica delle idee si sostituisce spesso l’insulto, la recriminazione, l’offesa, creando un clima per nulla tranquillo e quindi per niente produttivo.
Da queste condizioni dialettiche esasperate e oramai quasi strutturali gli uomini di buona volontà si tirino fuori.
Chi è responsabile si tiri fuori da questo circo virtuale che spinge esagitati e pazzi a gesti sconsiderati.
L’Italia ha bisogno di risolvere i suoi problemi, di gettare le basi per il futuro dei suoi giovani e non può farlo così.
Già in un passato molto recente, che ben ricordiamo, sono nate forme di violenza che ognuno di noi ricorda, gli anni di piombo, il terrorismo, un periodo doloroso ancora fresco nei ricordi di molti italiani. Bisogna impegnarsi tutti affinché quel periodo buio e violento non rinasca come un’icona nelle menti perverse che si alimentano della loro follia.
Si moltiplicano già da tempo gli appelli del Presidente della Repubblica, inascoltato, e non è la prima volta.
Ma alla luce di quanto successo è necessario che ognuno faccia la sua parte, senza logorare nell’animo un paese già sottoposto a sacrifici enormi.
Chi è stato delegato a governare eserciti il suo ruolo, nei limiti previsti dagli ordinamenti, accetti i confronti parlamentari, rispetti le varie declinazioni istituzionali previste dai codici.
Chi svolge il ruolo di opposizione si prepari a governare, controllando, criticando, proponendo, contrastando, senza cercare vie alternative per il voto che non siano quelle della proposta politica diversa da chi governa.
Se esiste un momento in cui un paese democratico deve dimostrare la sua responsabilità, il momento è oggi, comportiamoci tutti quanti di conseguenza.