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mercoledì 25 novembre 2009

Democrazia : unico rimedio all’abuso di potere

Il nostro tempo italiano, quello degli ultimi periodi almeno, appare attraversato da sintomi molto lontani da qualunque processo democratico.
Lo si vede per esempio sulla questione giustizia, solo per richiamarne uno dei più eclatanti, ma la lista sarebbe molto lunga.
La facile demagogia con la quale si affrontano questioni palesemente perimetrate in ambiti molto ristretti se non addirittura personali, il continuo richiamo populista, l’arroganza e le operazioni antisociali attivate, il restare volutamente ciechi sui bisogni della cittadinanza, tutto questo non fa parte dell’agire democratico di un governo responsabile il cui compito sarebbe quello di guidare un paese moderno come il nostro.
Ma cosa si intende per democrazia?
Quali ostacoli incontra il suo volersi dispiegare?
Ogni cittadino che vive in uno Stato democratico ha la sua definizione, ma di certo alcune di esse sono ben lontane dal reale significato e dall’obiettivo che si propone.
Un sistema democratico è uno di quei sistemi di potere dove le decisioni collettive sono prese da tutti i membri che compongono una società, quindi tutte le decisioni che interessano tutta la collettività indipendentemente dalla sua grandezza, vengono prese comunemente.
Essere democratici, vivere una democrazia, implica perciò una concezione che si potrebbe definire ascendente e non discendente.
Ascendente perchè parte dal basso e va in alto, tutto il contrario delle autocrazie che perseguono un processo inverso, dall’alto al basso.
Il problema fondamentale, che deve affrontare quindi ogni sistema che tende a definirsi democratico, è allora quello della formazione di una volontà collettiva stabilendo però in anticipo cosa si intende con queste parole.
Da questo derivano le regole del gioco democratico, regole dalle quali non si può prescindere se non facendo venire meno il concetto stesso di democrazia.
Alcune di queste sono ben conosciute anche se non sempre tutte sono perseguite, e per fare alcune citazioni non certamente esaustive si potrebbe citare il suffragio
universale, la libertà e la parità di voto, la libertà di competizione tra
gruppi politici organizzati, la scelta tra reali alternative, il principio della
maggioranza numerica, o ancora il riconoscimento dei diritti della minoranza, che
deve vedere garantita la sua possibilità di divenire a parità di condizioni una prossima
maggioranza.
Certamente non è sufficiente e non basta l'osservanza di regole come quelle citate perché uno Stato
possa considerarsi veramente democratico.
Basta invece anche l’inosservanza di una sola di esse perché non sia più definibile come democratico ma assuma altre definizioni non proprio affini se non addirittura opposte.
Per democrazia viene quindi inteso un metodo, riconoscibile in un insieme di
regole uguali per tutti in grado di tendere alla formazione di una volontà collettiva.
La democrazia non va a toccare il problema dei fini, ma quello dei mezzi, quindi vista in tale senso potremmo dire che ha un carattere formale, ma questo non significa affatto la destituzione da ogni giudizio di valore, perché vivere in democrazia significa vivere usufruendo di un buon metodo, un
metodo raccomandabile e preferibile ad altri.
Un metodo che consente di rispettare il più possibile l'autonomia del volere e insieme della libertà.
La democrazia è dunque il principale rimedio disponibile all'abuso del potere.
Per questo da fastidio a chi democratico finge solo di esserlo.
E questi sono nella sostanza gli elementi essenziali ma non certamente tutti di ogni sistema democratico.
Certo tutto questo potrebbe anche essere considerato un pensiero ristretto, riduttivo, incompleto, formalistico, ed è vero ma da l’idea delle condizioni strettamente indispensabili della vita democratica senza pretendere di esaminarne tutta l’ampiezza e la portata.
Potrebbero altresì non sembrare sufficienti a definire la democrazia e probabilmente lo sono, non farsi carico della definizione di altre importanti e profonde istanze, dare un senso anche di limitazione e di restrizione.
Ma questa insoddisfazione anche personale dice che il modello democratico come lo conosciamo, con il suo modello della rappresentatività collettiva, rischia di restare solo una scatola vuota sbattuta qua e là dal vento dell’opportunismo.
Il centro del potere si nasconde dietro la parola democrazia, ma già da tempo altri centri di potere reale si sono sostituiti alle istituzioni fondamentali della democrazia rappresentativa, rendendo le sedi per il suo rafforzamento ormai solo sedi di ratifica di decisioni prese altrove.
Bisogna capire se tali pratiche possono essere ricondotte alla normalità oppure se questi difetti sono di carattere strutturale.
La democrazia rappresentativa, le sue Istituzioni parlamentari che ne sono espressione se ideologicamente e praticamente compromesse nelle loro strutture, se depotenziate del confronto decisionale, se espropriate dei poteri che la Costituzione gli attribuisce potrebbero portare a ridefinire e ridimensionare anche la libertà politica dei singoli cittadini.
La convinzione è che le sorti della nostra democrazia e del nostro sistema parlamentare si giochino tutte qui.
IL suo corso si sta facendo più difficile, nuovi ostacoli sorgono e i vecchi si ingigantiscono.
Il fenomeno strano, che si va verificando sotto i nostri occhi, è proprio
il fatto che l'espansione della vita democratica è frenata e si stia piegando al processo di avanzamento di quell'autocrazia, che ne è la negazione.
Lo si vede nelle difficoltàdi far rispettare le regole del gioco democratico nelle grandi
organizzazioni, come è lo Stato italiano contemporaneo.
Quanto più lo Stato cresce nelle proprie funzioni tanto più cresce inevitabilmente
il suo apparato che ne gestisce il potere, cioè un apparato a struttura gerarchica non
democratica, a potere discendente non ascendente, servile verso un unico capo.
Non è quindi contraddittorio chiedere sempre più democrazia a partire proprio dalle forze politiche e sociali che ne sono sincera espressione.
Forse l’unica via è quella di rafforzare e apprestare mezzi efficaci di difesa della vita democratica,
che la preservino dalla morte per soffocamento.