Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

lunedì 10 maggio 2010

Allora…ma quest’acqua???

Vediamo di far capire in parole semplici di che si parla.
Che l’acqua sia un bene pubblico non ci sono dubbi.

Tutti lo dicono e lo affermano in ogni sede e in ogni occasione possibile, tutti nessuno escluso, da destra a sinistra, dal centro ai movimenti.
Nessuno ha dubbi in proposito.
L’acqua deve restare un bene a disposizione di tutti, come l’aria.
Senza acqua non si vive, il nostro corpo è quasi tutto fatto di acqua, l’acqua bene primario e via di seguito.
Ma allora perché tutto questo dibattito?
Se tutti sono d’accordo nel definire l’acqua un bene non mercificabile, perché tutta questa cagnara che piano piano si sta sollevando?
Semplice .
Perché qualcuno sta prendendo in giro tutti i cittadini.
Il punto è che oggi nulla può essere occultato e ogni malefatta già perseguita o in corso viene alla luce da qualche parte, tentare e illudersi che nessuno sappia niente è appunto una illusione.
Questo succede anche per l’acqua.
Non è vero che tutti vogliono che sia un bene indisponibile, anzi c’è qualcuno, ma in verità più d’uno, che invece la pensa in m
aniera esattamente opposta.
Si vuole trattare l’acqua come un qualsiasi prodotto commerciale, e quindi su questa fare “businnes” dato che nessuno può farne a meno.
In qualche modo è un pò come succede per la sanità, chi può fare a meno di cure? Oppure chi può pensare di non curare un figlio malato o un parente, o un amico?
Nessuno e per tali motivi che su questo bisogno irrinunciabile gli avvoltoi si sono gettati in picchiata lucrando anche sulla vita delle persone.
Per l’acqua sta succedendo un po lo stesso.
C’è qualcuno che può farne a meno?
Se esiste lo dica e dica a tutti come riesce a farlo.
In effetti non è possibile e allora ecco l’affare.
Ma come poter lucrare anche su questo bisogno senza suscitare le ire dei cittadini?
Dicendo che per portare l’acqua alle case serve un servizio efficiente perchè quello esistente è un colabrodo e dato che lo Stato e gli Enti Locali non hanno quattrini per metterle bene in funzione senza sprechi, meno male che c’è qualche grosso imprenditore privato che ci pensa per noi!
Una sorta di Babbo Natale del nuovo secolo!
Certo dobbiamo dargli qualcosa in cambio di questa sua filantropia, in fondo è un imprenditore e come noto gli imprenditori si muovono solo se esiste la possibilità di guadagno, allora ecco la soluzione :
Lui sistema le tubazioni e si incassa le bollette dei cittadini.

E tutto si risolve.
E fino a qui si potrebbe ragionare, ma il punto è che le cose non stanno proprio in questi termini.
Il punto è che – come successo in molte parti del mondo che stanno tornando sui loro passi – il privato non aggiusta le condotte come dovrebbe, perché se servono troppi soldi per lo Stato figuriamoci se non sono tanti anche per lui, quindi fa qualche rattoppo qua e la
e nel frattempo aumenta i costi in bolletta.
Chi paga tutto questo?
Noi poveracci che abbiamo la colpa di abbassare sempre la testa, di subire senza reagire, protestando sempre a casa, in ufficio, a scuola, sempre in privato ma mai facendo un’azione forte nel momento in cui ci capita l’esposizione pubblica.
In pratica siamo degli automi che seguono la corrente, anche se non ci piace.
Chi dovrebbe rappresentare questi interessi e questi diritti dei più deboli.
La sinistra Italiana.
Ma quale sinistra?
Il punto è questo. Quale sinistra?
Quella tutta arroccata attorno a vecchi slogan e intenta a spolverare antichi vessili ?
Quella che sta nascendo con Pier Luigi Bersani?
Quella che non si vede ma che esiste ancora nella società italiana?
E cosa intendiamo per sinistra? Perché ci sentiamo di stare da questa parte?
Domande epocali in questo momento di profondo scuotimento istituzionale e politico, dove c’è un popolo in attesa che sia costruito un porto al quale attraccare.
E solo sbarcando in questo porto in costruzione si potrà estendere la protesta e la rivendicazione in modo costruttivo, ciòè nell’unico modo in cui un diritto può essere difeso.
Molti sono in attesa di vederlo questo porto, vedere come sarà fatto.
Nel frattempo l’acqua lentamente ma inesorabilmente sta scivolando verso ciò che non dovrebbe essere, trattata come un giocattolo, comprata e venduta.