In effetti mi stavo domandando cosa aspettasse Bersani a dirlo con quel tono.
Finalmente lo ha fatto, con la sua calma tutta emiliana ma lo ha detto.
“Siamo al limite della democrazia e costruiremo un fronte con tutti quelli che vogliono cambiare questa deriva populista.”
Bene, ora che l’ufficialità del segretario del PD ha dato il messaggio, anche gli scettici cultori di un dialogo impossibile si saranno convinti che l’unica strada per liberarci dalla destra è quella di agire con senso di responsabilità verso il nostro Paese. Senso di responsabilità di tutti, almeno di tutti quelli che dimostreranno di volerla veramente questa benedetta alternativa.
Ma a fronte di questa chiarezza di linea politica, ora che l’obiettivo è ufficialmente nel mirino, bisogna però dire anche altre cose.
Per esempio che tutti non ci saranno.
Non ci saranno non perché qualcuno non li vuole, anzi, e questo vale per la sinistra più radicale e anche per i radicali centristi, ma perché sembrerebbe che siano loro stessi a tagliarsi fuori dalla possibilità di realizzare quel cambiamento assolutamente necessario per l’Italia.
Posizioni troppo estreme da una parte e dall’altra minerebbero un progetto di lavoro, renderebbero dubbiosi molti cittadini che si specchierebbero nella conflittualità dell’ultimo governo di centro sinistra.
Questo non deve più avvenire, sarebbe un disastro.
Il progetto che serve può e deve essere discusso e realizzato partendo dalle necessità del nostro paese, e sono tante come tutti sappiamo, inutile fare il solito elenco che tutti conoscono.
Governare un Paese come il nostro, con la storia che ha, non è cosa semplice e per questo serviamo proprio tutti, ognuno di noi con le sue idee, con le sue proposte, con la consapevolezza che nulla dovrà essere imposto ad altri, ma tutto dovrà trovare quella giusta mediazione e quel giusto equilibrio necessario a rendere fattibile e quindi credibile ciò che si vuole fare.
L’obiettivo è e resta sempre quello : il 2013, le elezioni politiche.
Su questo nulla è cambiato, i passaggi intermedi delle Regionali e delle Amministrative che si terranno da qui al 2013 sono soltanto passaggi, importanti consultazioni e verifiche sul termometro dell’Italia ma solo passaggi, scaramucce in attesa della battaglia finale che dovremo vincere.
Lì misureremo la nostra maturità e la maturità di tutti quelli che vorranno essere con noi in questa nuova avventura.
Sarà l’occasione per dimostrare il valore delle nostre idee, dei nostri uomini e delle nostre donne, dei nostri giovani, dimostreremo la forza dei nostri principi e faremo vedere che un’altra via è possibile, che un po di giustizia sociale può realizzarsi e che un po di necessaria pulizia si possa fare.
Da oggi al 2013 molte cose potranno cambiare nel panorama politico Italiano, nel corpo sociale italiano, probabilmente in peggio perché i segnali ci sono tutti, e ci sono da tempo, basta guardare cosa succede nelle famiglie italiane, nelle fabbriche, nella scuola, nelle Istituzioni.
Molto potrà cambiare, ma noi non possiamo fare nessun passo indietro, qualunque cosa succeda, qualunque sbandamento avrà la destra al governo, non dovremo farci incantare ma essere pronti.
Ma soprattutto dovremo far si che non si riescano ad illudere le molte persone che sono in difficoltà e che sono disposte a tutto basta avere un piccolo sollievo.
Questo è quello che fa il governo reazionario che sta oggi con il suo monarca a Palazzo Chigi.
Illude le persone giocando sul loro bisogno e sulla loro debolezza, gioca con le loro impellenti necessità, sfrutta il loro bisogno, tenta di acquistarne il consenso gettando qualche tozzo di pane ad una folla affamata in cambio di consenso che gli permetta di continuare il suo governo del malaffare, del torbido.
Anche a tutto questo dovremo fare attenzione, per non fare passare messaggi sbagliati, fuorvianti dalla vera realtà delle cose.
Ognuno di noi, anche nel più lontano paesino d’Italia ha un compito grandissimo e per nulla inferiore ad altri.
Dare un semplice volantino, dare delle spiegazioni, organizzare incontri, spiegare, comunicare, fare informazione corretta, dare una mano a chi ha bisogno, chiarire a chi non comprende, significa per tutti dare un contributo a costruire quel cambiamento del quale parliamo da tempo.
Chi farà questo ogni giorno, sul posto di lavoro, al bar, in qualunque occasione, toglierà un mattone dal piedistallo della destra italiana e la farà barcollare sempre più.
Ma c’è un tempo per lo studio e per le parole.
Il tempo delle parole è finito.
Ora è il tempo dell’azione politica concreta.
Da adesso in avanti nessuno può più permettersi di andare da se e fare per se.
Chi vuole fare per se e per i suoi interessi ha sbagliato sponda, deve andare “dall’altra parte”, di qua non c’è posto.
Bisogna fare per tutti e farlo con tutti, solo così saremo una forza sola, ognuno senza essere inglobato dall’altro, ognuno in autonomia di posizioni e ideale, ma una forza sola che insieme lotta per una causa giusta e alla quale tanti potranno fare riferimento.
Una forza che deve tendere la mano al lavoro ferito, ai giovani abbandonati, alla famiglie sole, una forza che solo insieme troverà la potenza per costruire l’avvenire.
Dire sempre la verità, anche se questa verità a volte può essere scomoda per qualcuno che sta “dalla nostra parte”.
Dire sempre la verità, sempre e comunque da il profilo di ciò che vogliamo dimostrare di essere.
Signor Presidente del Consiglio,
che Lei lo voglia o no noi siamo quelli che cambieremo questo paese.
Lo cambieremo, “piaccia o non piaccia “ come dice Giorgio Napolitano.
E può starne certo che lo faremo tutti insieme, con l’orgoglio di esserci, con umiltà e con la consapevolezza di costruire una nuova storia che ricostruirà tutto ciò che Lei e i suoi accoliti avete distrutto.
Ricostruiremo una nuova identità Italiana, ancorata da quei principi di legalità e giustizia che Le sono estranei e che per noi sono invece la base della democrazia che vogliamo.
Amici e compagni,
Se ne siamo convinti al di la delle belle parole , ce la faremo.
- quaderni di frontiera
- Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.