Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.

sabato 7 novembre 2009

Il mondo nuovo da costruire

Il mondo nuovo non ha ancora un volto ben definito, ma immaginare che contorni avrà non è esercizio complicato se siamo in grado di vedere anche al di là del nostro giardino, un po’ più avanti.
Il punto è che quello che si intravede come possibile contorno non sembrerebbe indicare una strada auspicabile.
In alcune parti del mondo occidentale, quello definito a volte impropriamente più evoluto e industrializzato nuove prese di coscienza sui grandi temi dell'umanità, dal lavoro e dal riconoscimento della sua dignità, dalle questioni ambientali ai diritti umani stanno rivendicando bisogni troppo spesso sopiti e sacrificati sul tavolo dello sviluppo.
Queste voci stanno volgendo la loro attenzione sulla criticità della situazione globale e su quel grande conflitto sociale che bussa oramai alla porta di tutti noi già da tempo e che colpevolmente non abbiamo voluto vedere o non siamo stati in grado di vedere.
In entrambi i casi è un nostro demerito e una nostra colpa.
Ma soluzioni percorribili oggi si cercano e si propongono ovunque, a occidente come a oriente, cercando di rimestare in fondo al secchio per vedere cosa è rimasto, un’abisso tetro che ha fagocitato anche quel liberismo che pretendeva in modo arrogante di governare i processi dell'umanità con la stella della deregulation, del mercato senza regole, per tutto quanto atteneva e attiene al benessere e alla solidarietà tra gli uomini.
La scelta mercatista di beni essenziali che non potevano e non possono essere oggetto di scambio economico ha creato disuguaglianze oramai insostenibili anche per gli ultras del liberismo che vedono sbriciolarsi le loro prospettive di benessere personale o di gruppo.

Ma ognuno di noi, se responsabile verso il proprio simile, può fare qualcosa per contribuire a riequilibrare il sistema mondiale, sia economico che sociale, e ognuno di noi può farlo mettendo a disposizione il contributo che potrà dare, senza auto sminuire il giudizio sul valore del proprio impegno.
Ognuno di noi nel proprio paese può fare qualcosa, può avere un suo progetto da costruire con altri per mettere la propria piccola pietra dietro la ruota del carro che messo su una salita impercorribile sta retrocedendo e ci sta franando addosso.
Ognuno può fare qualcosa, e ogni cosa fatta sarà importante per se stessi e per tutti.Ecco perché anche nel nostro paese, piccola pietra che frena la discesa del carro, dobbiamo reagire senza paura, con l'umiltà di chi vuole insieme ad altri dare una mano.
Sarà una mano data a noi stessi e a tutto il nostro paese, un tassello che possa rimetterci sul cammino progressista, già avviato a occidente e a oriente.
Serve però il coraggio di tracciare una frontiera certa, serve metterci li, tagliando il filo spinato che autoritarismo e plebiscitarismo ha piazzato sui nostri confini.
Partiamo da qui, il resto verrà.